Battery swap, i buoni esempi non mancano

Battery Swap auto elettrica

Da alcune parti, il Battery Swap è già una realtà, e non solo in Cina. NIO non è solo uno dei più evoluti produttori di auto elettriche del Paese asiatico. In parallelo, sta sviluppando proprio una soluzione in grado di cambiare le batterie alle proprie automobili con tempi e modalità non molto diverse da quelle di un tunnel per il lavaggio automatico.

Secondo l’azienda, a fine 2023 erano seicento le postazioni attive, collocate in modo da assicurare il collegamento da oltre duecento città. Considerate le dimensioni della Cina, un’operazione almeno in teoria alla portata anche di un’Unione Europea. In alternativa NIO ha pensato anche a un servizio complementare, una sorta di power bank di dimensioni adeguate. Un furgone, naturalmente elettrico, contenente una batteria abbastanza grande da effettuare ricarica a domicilio, su chiamata. Per esempio, durante una pausa pranzo o un appuntamento di lavoro.

Al Battery Swap non si sta dedicando solo la Cina. Negli Stati Uniti, Ample ha già avviato un progetto simile, anche se di portata ridotta. Limitato cioè a taxi o veicoli commerciali in un’area circoscritta. Dopo San Francisco e Los Angeles, però, il servizio è già stato esteso a New York e Chicago. Un modello al quale sta guardano anche Stellantis, interessata ad avviare un primo progetto di studio nell’area di Madrid, dove entro l’anno si prevede di sfruttare la tecnologia su un parco auto di Fiat 500 elettriche destinate al car sharing. Un progetto simile, rivolto però ai taxi, è pronto a partire anche a Kyoto, in Giappone.

Dalla collaborazione tra Stellantis e Ample nasce una soluzione di scambio della batteria capace di garantire una carica completa in meno di cinque minuti

Per le autovetture quindi, si parla ancora di una soluzione alla fase sperimentale. Come insegna Tesla, il cui successo è ancora tutto da valutare. Questo non significa tuttavia metterla in discussione, perché ci sono situazioni dove invece è già una pratica se non diffusa, sicuramente più accessibile.

È il caso di Gogoro, azienda di Taiwan, con già oltre duemila stazioni attive nell’area. Si parla però al momento solo di scooter, con l’operazione eseguita manualmente. Spetta cioè al pilota estrarre la batteria per sostituirla con una carica da un apposito armadio e riporla quindi sul mezzo. Operazione in questo caso naturalmente agevolata dal peso contenuto dell’accumulatore, indice però di una buona disponibilità da parte del mercato di fronte a una soluzione pratica. Interessante anche alcune varianti al modello di pagamento. Per esempio, Kymco prevede la possibilità di un abbonamento fisso, grazie al quale poter accedere liberamente alla rete di impianti per la sostituzione delle batterie.

Gogoro ha sviluppato con successo lo standard del settore per la sostituzione delle batterie sui veicoli a due ruote

Ancora una volta quindi, l’Asia dimostra di essere sicuramente più attenta alla mobilità elettrica e a un livello superiore di ricerca e sperimentazione. Se anche negli Usa qualcosa si muove dalle nostra parti non c’è quel totale ostruzionismo a volte emergente a livello politico. Scuter è infatti una startup italiana impegnata nello sviluppo di un motoveicolo a tre ruote, simile ad alcuni modelli di motociclette sul mercato già da tempo, totalmente elettrico e appunto con batteria intercambiabile. Al momento, più orientata al servizio privato a uso di flotte aziendali, ma pronta a fare da apripista per un potenziale servizio di sharing.

Da non dimenticare infine, l’esistenza di soluzioni per certi versi simili al concetto di Battery Swap, anche se certamente non necessariamente pratiche. Dalla batteria rimovibile dello scooter Piaggio 1 alla minicar spagnola Silence 04 con due batterie trasportabili come un trolley.

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