Secondo i dati oggi diffusi dall'Istat, l'industria delle tecnologie - Elettronica ed Elettrotecnica - i due macro-comparti rappresentati da Confindustria Anie, ha registrato anche a dicembre 2010 segnali disallineati nel cammino di uscita dalla crisi.
A fronte di una flessione della produzione industriale a dicembre 2010 nel confronto con il corrispondente mese del 2009 (-2,8% per l'Elettrotecnica, -13,1% per l'Elettronica), i dati relativi al fatturato continuano a mostrare invece una maggiore tenuta. A dicembre 2010, nel confronto con lo stesso mese del 2009, l'industria Elettrotecnica italiana ha sperimentato una crescita del volume d'affari totale dell' 8,0%, l'Elettronica del 2,6% (+8,3% la variazione nella media del manifatturiero).
Secondo i dati di preconsuntivo disponibili nella media del 2010, il giro d'affari complessivo ha registrato una variazione annua dell'11,1% per l'Elettrotecnica, del 12,2% per l'Elettronica (+10,0 la variazione nella media del manifatturiero italiano). Le indicazioni fornite dal portafoglio ordini preannunciano un 2011 con aspettative più fragili rispetto all'anno appena trascorso. Gli ordinativi per l'Elettrotecnica proseguono nella loro crescita progressiva, si segnala invece una brusca frenata del portafoglio ordini per l'Elettronica.
“I dati di fine 2010 forniscono indicazioni contrastanti sulla tenuta della ripresa per i settori ANIE nell'anno che ha appena avuto avvio - ha commentato il Presidente di Confindustria ANIE Guidalberto Guidi. “Il cammino che le imprese hanno intrapreso oltre la crisi si mantiene irto di difficoltà e tende a snodarsi a piccoli passi, fra regressioni e nuove risalite. I dati ci consentono di fare un primo e parziale bilancio del 2010, che si è dipanato fra luci e ombre. Lo slancio mostrato nel primo semestre non è stato mantenuto in chiusura d'anno, spazzando via l'ottimismo di chi considerava la crisi ormai superata. Notiamo due distinte tendenze: un rimbalzo più robusto e progressivo fino all'estate, un rallentamento della ripresa - tradottosi in brusco arretramento - nei mesi successivi”. “Fra i punti di luce, occorre rilevare la capacità di resistenza e di rinnovamento espressa dagli operatori industriali - ha proseguito Guidi. Le imprese non sono rimaste inerti alle sfide congiunturali e strutturali imparando ad adottare rapidamente i cambiamenti tecnologici e organizzativi richiesti dal mercato. L'espansione internazionale alla ricerca di nuovi bacini di domanda ha innescato processi virtuosi. Ed è proprio la crescita progressiva dell'export a testimoniare il merito di tali scelte strategiche. Fra le ombre, occorre rilevare che le perdite subite non sono state pienamente recuperate e nel frattempo nuove incognite sono emerse nello scenario globale. Nella costante debolezza del mercato interno e nelle tensioni non risolte sul fronte internazionale si identificano i principali fattori che frenano oggi la crescita settoriale”.“Se è vero che la ripresa della domanda industriale a livello mondiale gioca a favore dell'uscita dalla crisi - ha concluso Guidi - altri fattori di rischio non possono essere sottovalutati. Penso soprattutto alla fiammata dei prezzi delle commodity che si affianca alle sopravvenute tensioni geo-politiche per effetto della nuova instabilità nel bacino del Mediterraneo. Una regione importante come mercato di sbocco delle tecnologie ANIE, che è stata teatro in anni recenti di ampie strategie di internazionalizzazione di medio raggio. Questi sono i principali elementi che preannunciano un 2011 non esente da difficoltà per le imprese”.