Gli installatori elettrici sono responsabili dell’installazione, della manutenzione e della riparazione degli impianti elettrici, nonché della loro sicurezza. Grazie alla loro competenza tecnica e alla loro esperienza, garantiscono la corretta installazione degli impianti elettrici, assicurandosi che essi siano sicuri, efficienti e affidabili. Ilario Lisei, Presidente Anie Csi, ha toccato alcune tematiche che stanno impattando sull’andamento del settore.
Anie Csi è una delle associazioni che patrocina le Giornate dell’Installatore Elettrico 2024, evento che si terrà a Bergamo il 13 e 14 giugno.
In qualità di Associazione rappresentante dell’industria dei componenti e dei sistemi per impianti, potete tracciare una fotografia sullo scenario attuale di tutto ciò che riguarda il mercato “installazione”? Rispetto al 2023 a che punto siamo?
Per parlare del 2023 dobbiamo necessariamente accennare anche al 2022 e al 2021. Veniamo da due-tre anni molto particolari, molto positivi devo dire, influenzati ovviamente da numerosi fattori, tra cui pandemia, situazione geopolitica ma anche il sistema incentivante sugli edifici, quindi parliamo di 110, ma non solo.
Partendo da questo ultimo punto, sebbene l’impianto elettrico sia stato al “traino” nell’ambito dell’edilizia, sta beneficiando delle ristrutturazioni così come il comparto degli installatori dove il mercato è ancora effervescente.
E allo stesso modo, il blocco del 110, giusto o sbagliato che sia, ha prodotto anch’esso un significativo impatto. Escludendo questo però sono stati anni positivi per quanto riguarda il fotovoltaico: noi come associazione non trattiamo inverter e pannelli che sono il cuore del sistema, bensì i componenti elettrici, quadri, interruttori, canaline, ecc. grazie ai quali il fotovoltaico funziona. Ed è qui che possiamo dire che la componentistica elettrica ha goduto, e in parte sta godendo, anche dell'exploit del fotovoltaico, sebbene incentivi e burocrazia abbiano il loro peso nel favorire le installazioni.
Non possiamo affermare che l’anno in corso stia andando male, sicuramente risente di questa curva di rallentamento che speriamo possa stabilizzarsi e non vada ulteriormente sotto un certo valore. Oggi ci riteniamo abbastanza soddisfatti nonostante non vi sia più il sistema di incentivazione, che era il motore dei lavori di ristrutturazione registrati negli anni passati.
Quanto sta influendo lo scenario geopolitico in questo comparto? In particolar modo, per i prodotti non completamente “Made in Italy”, che impatto hanno sulla produzione le supply chain “appesantite”?
Purtroppo hanno avuto un impatto negativo. Ci sono degli aspetti per cui, sebbene la componentistica sia costruita in Italia (ma anche in Europa), la materia prima e la relativa disponibilità hanno un peso enorme. Una parte consistente di componentistica elettronica e di materia prima vera e propria, quindi la parte base per realizzare i prodotti, risente degli “sbalzi umorali” internazionali. Vi è un aspetto positivo generato paradossalmente da un aspetto negativo: negli ultimi anni, a causa di pandemia, guerre e quant’altro, abbiamo “preso le misure”, modificando le filiere e riprogrammando lo stoccaggio. Ciò ha consentito di essere più resilienti sulle consegne e ottimizzare la distribuzione attraverso canali meglio strutturati garantendo una continuità. Sappiamo bene che, all’interno di una filiera internazionale, l’interruzione di uno qualsiasi dei canali di rifornimento o di produzione crea un danno economico di vaste proporzioni.
Alla luce di quanto detto finora, qual è il sentiment delle imprese?
Mi sento di esprimere ottimismo pur restando realista. Sebbene questo mercato sia in fermento, molto dipende anche dalla direttiva europea delle “case green” per noi fondamentale e dalle misure che il nostro Paese intenderà intraprendere. Mi riferisco alle opere di efficientamento e riqualificazione energetica. Gli edifici in Italia sono circa 12,5 milioni (fonte ISTAT 2021); la direttiva europea impone interventi di riqualificazione su almeno il 45%, indipendentemente dalla categoria (residenziale, pubblico o privato). Gli stati membri dovranno infatti introdurre misure di contenimento dei consumi energetici tali da determinare una riduzione della domanda di energia primaria del 16% entro il 2030 e del 22% entro il 2035. Finora grazie al Superbonus sono stati riqualificati circa 460 mila edifici, che corrispondono al 4% circa del totale. La mole di lavoro è ancora molta, considerando che occorre ancora eseguire opere sul restante 41%, senza tralasciare l’impatto economico. In questa direzione, bisogna considerare che l’importo del Superbonus ha consentito di effettuare non solo opere di efficientamento energetico che riguardano la parte elettrica ma anche opere che includono la parte “estetica“ (le cosiddette facciate) sebbene anch’essa rientri perfettamente nel processo di efficientamento.
Perché partecipare alle Giornate dell’Installatore Elettrico, qual è il plus per le imprese secondo Anie Csi?
Le Giornate dell’Installatore Elettrico sono una proficua occasione di incontro e condivisione, non solo una “vetrina”, un luogo dove vendere il proprio prodotto. Nelle risposte precedenti sono stati messi in evidenza alcuni fattori che tanto hanno impattato e tanto possono ancora influire su questo comparto, GIE è un evento dove condividere esperienze e impressioni, preparare quello che può essere il futuro dell’installazioni, comprendere in modo approfondito le varie tendenze e saper cogliere tutte le opportunità.
Altro aspetto fondamentale è il discorso della formazione e aggiornamento, GIE è anche questo, perché favorisce la diffusione del sapere e la valorizzazione delle competenze.
Lo spirito genuino di un evento non si limita soltanto agli aspetti commerciali ma tocca anche quelli umani e per noi di Anie Csi essere a supporto dell’'installatore è fondamentale.