Batterie al litio, prezzi in picchiata

Battere al litio prezzi

Cresce la domanda, cala il prezzo. Non esiste sintesi migliore, in questo momento, per le batterie al litio. Secondo una recente analisi di BloombergNEF, nel 2013, i prezzi delle batterie al litio erano di 780 dollari per kWh, di cui oltre il 68% riconducibili al costo delle celle. Tuttavia, l’evoluzione ha fatto il proprio corso, i processi produttivi sono stati ottimizzati e l’allargamento del potenziale mercato ha innescato un circolo al ribasso. Attualmente, il nuovo minimo storico, presumibilmente destinato a non durare a lungo, è intorno ai 139 dollari per kWh.

Nel solo 2023, l’utilizzo nella gestione dell’energia è aumentato del +130% rispetto all’anno precedente, per arrivare a un totale di 42 GW in riserve distribuite per il mondo. Per buona parte, sono utilizzate nel settore automotive, dove la vendita di autovetture è passata dai tre milioni del 2020 a oltre 14 milioni di fine 2023. Con una tendenza indicata dagli analisti IEA al rialzo sicuramente almeno per tutto il 2024.

Entrando un po’ più in dettaglio, nel settore automotive i prezzi sono ancora più vantaggiosi, fino a 128 dollari per kWh. In qualità di applicazione più giovane, è ragionevole pensare come lo storage sia invece ancora sopra la media per quanto riguarda i costi del materiale.

In Usa e in Europa il costo medio è superiore a quello sostenuto in Cina, dove si parla di 126 dollari per kWh. Dalle nostre parti in particolare, si registrano tariffe superiori di circa il 20%, mentre Oltreoceano si parla di una via di mezzo, con una differenza dell’11%.

Nel suo insieme, lo scenario legato ai prezzi in picchiata delle batterie al litio, rappresenta un segnale importante rivolto a chi invece continua a investire in modo sbilanciato in favore lei combustibili fossili, perdendo di fatto terreno in una sfida cruciale per ogni nazione.

Certamente, la strada è ancora lunga. La stessa IEA mette l’attenzione sulla necessità di migliorare in modo importante lo stoccaggio dell’energia entro la fine del decennio. L’obiettivo è aumentare l’attuale capacità di sei volte, per arrivare al 2030 a coprire il 90% del fabbisogno, e garantire la quota restante affidandosi solo all’idroelettrico.

Per riuscirci, nell’intervallo di tempo indicato sarà necessario almeno triplicare l’attuale produzione di energia da fonti rinnovabili, affiancata naturalmente da adeguati sistemi di stoccaggio. In cifre, si parla di arrivare a una capacità di accumulo pari 1.500 GW dei quali almeno 1.200 GW attraverso batterie.

Nonostante tutto, i risultati raggiunti non vengono considerati sufficienti. Il traguardo è raggiungibile solo con un ulteriore calo dei prezzi, senza però mettere in discussione qualità e affidabilità. Sarà quindi importante intervenire lungo l’intera filiera produttiva per metterla in sicurezza e per garantire quella dei prodotti finiti.

Una strada sulla quale EU e Usa sono state le prime a muoversi, nel tentativo anche di ridare slancio alla produzione interna, aumentando competitività e indipendenza.

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