Dalla città ideale alla Smart City

La Smart City è un punto di arrivo di un percorso che si dipana lungo i secoli partendo dalle città ideali del Rinascimento italiano e che - passando attraverso la New economy di fine secolo - approda alla green economy di oggi. Benché non esista una definizione univoca e condivisa del concetto di Smart City, è opinione comune pensare che in questo termine rientrino a pieno diritto aspetti quali digitalizzazione, inclusione, qualità della vita e sostenibilità. Una città Smart minimizza lo sforzo per i bisogni di "basso" livello e soddisfa i bisogni più “alti”. Si tratta quindi di un modello urbano capace di garantire un'elevata qualità della vita e una crescita sociale dei cittadini e delle imprese, ottimizzando risorse e spazi per la sostenibilità. Nonostante abbracci molti aspetti, il concetto di Smart City è spesso associato a un'area urbana caratterizzata da un uso intelligente e diffuso di risorse energetiche pulite e di tecnologie digitali, limitando la portata originale di questa evoluzione, a volte inespressa, a volte difficile da comprendere. Della visione complessiva della città e del suo futuro emerge quindi solo un aspetto tecnico fatto di reti (comunicazioni, energia, acqua, illuminazione…), mobilità e informazioni, cioè di quei pochi frammenti che in realtà rappresentano un mezzo e non uno scopo. Ne è riprova che osservando l'esperienza di 70 città europee di medie dimensioni il Politecnico di Vienna ha individuato alcuni elementi di ampio respiro che permettono di valutare il grado di intelligenza raggiunto da una città: mobilità, qualità dell’ambiente, governance del sistema urbano, contesto economico, partecipazione alla vita sociale, vivibilità. Secondo alcuni docenti della facoltà di economia dell'università di Amsterdam, una città può essere definita Smart quando gli investimenti in capitale umano e sociale e in infrastrutture tradizionali (trasporti) e moderne alimentano uno sviluppo economico sostenibile e un’elevata qualità della vita, con una gestione saggia delle risorse naturali, attraverso un metodo di governo partecipativo. Il recente libro bianco "Smart City - Progetti di sviluppo e strumenti di finanziamento" pubblicato dalla Cassa Depositi e Prestiti, ribadisce che "la Smart City è una proiezione astratta di comunità del futuro, un perimetro applicativo e concettuale definito da un insieme di bisogni che trovano risposte in tecnologie, servizi e applicazioni riconducibili a domini diversi: Smart building, inclusion, energy, environment, government, living, mobility, education, health, e molto altro ancora. Tali tecnologie, servizi e applicazioni non costituiscono di per sé né singolarmente né collettivamente una Smart City, se non vengono integrate in una piattaforma che assicuri interoperabilità e coordinamento, ma soprattutto la definizione di appropriati strumenti di governance e finanziamento, elementi essenziali alla realizzazione della visione politica e sociale costitutiva della Smart City".

Gli ambiti della Smart City

La monografia della Cassa Depositi e Prestiti fa propria una tassonomia definita dal Politecnico di Torino, che propone sette ambiti, dei veri "pilastri", a loro volta suddivisi in una serie di sotto-domini specifici, che riprendiamo integralmente.

  • Building - Con Building si fa riferimento a quelle iniziative che, integrando una serie di sistemi di carattere domestico, puntano a ottenere maggiore efficienza, in modo da limitare l’impatto negativo sull’ambiente che oggi caratterizza quest’ambito urbano. I principali rami dove si sta intervenendo riguardano la gestione energetica, in termini di soluzioni hardware e software che aiutano l’utente a ottimizzare i propri consumi, ma anche la domotica, ovvero quegli strumenti che permettono una migliore gestione e controllo di sistemi quali ventilazione, riscaldamento e raffreddamento, sicurezza, anti-incendio, ascensori. Infine, un ultimo ambito applicativo, che muove i primi passi, è identificabile negli elettrodomestici intelligenti. Per poter realizzare un’abitazione intelligente, è infatti necessario che diventi intelligente ciò che ne rappresenta la prima voce in termini di consumi energetici. Immaginare di poter programmare in remoto la lavastoviglie, o impostare l’entrata in funzione della lavatrice quando il prezzo dell’energia è più basso, diverrà una realtà. In questo contesto è necessario sottolineare come i tre campi risultino strettamente correlati e come un loro sviluppo integrato sia indispensabile per poterne sfruttare appieno le potenzialità.
  • Economy & People - Economy & People riguarda l’aspetto maggiormente soft, inerente l’abilità della Pubblica Amministrazione di creare il miglior ambiente possibile per favorire lo sviluppo di imprese e l’empowerment delle persone. Il concetto di co-creation di cui si parlerà con maggior dettaglio assume qui un ruolo centrale, in quanto non ci può essere Smart City senza Smart People. Il primo sottodominio è dunque quello relativo alla valorizzazione, attrazione e ritenzione di capitale umano qualificato. Inoltre, lo sviluppo di incubatori, centri di ricerca e start-up innovative rappresenta un’ottima proxy del dinamismo economico di una città, da cui l’ambito relativo all’imprenditorialità. Infine, gli investimenti della PA nella diffusione di strumenti Ict sono la piattaforma per la creazione di un ambiente innovativo.
  • Energy - Molte delle iniziative in ambito comunitario pongono come obiettivo finale un utilizzo efficiente delle fonti energetiche disponibili, oltre alla ricerca di nuove. Il primo punto vede la nascita delle Smart Grid, ossia reti elettriche che integrano in modo intelligente i comportamenti e le azioni dei vari utenti connessi, così da fornire l’elettricità richiesta in maniera più sostenibile, economica e sicura. Il secondo ambito considerato fa riferimento alla ricerca e all’integrazione efficace di nuove fonti di energia rinnovabile. In ambito urbano non si può infine non considerare l’illuminazione pubblica, che ha un peso rilevante nei bilanci delle PA e nel contempo vede una serie di sprechi su cui è possibile intervenire.
  • Environment - La difesa dell’ambiente si traduce principalmente in una migliore gestione delle risorse naturali e nel controllo del ciclo dei rifiuti. La gestione idrica può permettere la riduzione di sprechi grazie ad un monitoraggio più attento della rete, così come attraverso un efficientamento energetico delle pompe o il riciclo delle acque non destinate a scopo potabile. Un discorso analogo riguarda i rifiuti, in particolare l’obiettivo di incrementare la percentuale di raccolta differenziata. Infine, il controllo dell’inquinamento dell’aria mediante specifica strumentazione può stimolare decisioni finalizzate al miglioramento delle condizioni ambientali.
  • Government - La burocratizzazione che caratterizza un paese è da sempre identificata come uno dei principali ostacoli allo sviluppo innovativo che può fungere da motore per l’economia. Questo è ampiamente percepibile anche all’interno delle realtà locali, dove gli strumenti dell’Ict potrebbero da un lato garantire una fruizione meno cavillosa dei servizi offerti alla cittadinanza (e-Government), dall’altra permettere la partecipazione attiva della stessa alla vita amministrativa della città (e-democracy). I processi di procurement delle PA rappresentano, inoltre, un settore dove si può ampiamente intervenire al fine di migliorare i servizi offerti e ridurre i costi. Ultimo aspetto è quello di un bisogno di maggiore trasparenza in tutto ciò che riguarda la res publica.
  • Living - Migliorare la vivibilità urbana significa anche migliorare i servizi che il settore pubblico offre al cittadino. Primo fra tutti il bisogno di avere una sanità più efficiente, in grado di assicurare diagnosi, trattamenti e prevenzione delle malattie utilizzando l’Ict e gli strumenti dell’ingegneria biomedica. L’impiego della tecnologia, poi, non deve accentuare il digital divide, ma al contrario ha il compito di ridurre le barriere nella partecipazione sociale, favorendo servizi di welfare per le persone più disagiate. Classifiche riguardanti l’ordine pubblico nelle città mostrano inoltre come la sicurezza rappresenti un aspetto su cui si stanno registrando molte iniziative. Paesi come l’Italia non possono poi non pensare da un lato alla valorizzazione e al mantenimento del proprio patrimonio culturale e dei propri asset, dall’altro ad una fruizione più intelligente dello stesso, mediante servizi a supporto del turismo, della cultura e del tempo libero. Di assoluto rilievo sono, infine, quei progetti in grado di offrire un’istruzione più coerente, creando maggiori opportunità sia per gli studenti sia per i docenti, grazie anche all’utilizzo di tecnologie informatiche.
  • Mobility & Transport - I problemi legati alla congestione del traffico pongono con crescente forza l’interrogativo di come muovere in ambito urbano persone e merci assicurando livelli di servizio progressivamente più efficienti, riducendo contemporaneamente le esternalità negative che gravano sui cittadini. Si possono dunque distinguere due campi. Il primo è quello relativo alla City Logistics, da intendersi come il processo in grado di ottimizzare la logistica dell’ultimo miglio e le attività di trasporto proprie delle compagnie private in aree urbane, tenendo in considerazione il traffico generato, la congestione, l’inquinamento e il dispendio energetico. Il secondo riguarda invece la mobilità delle persone e, in particolare, lo sviluppo di nuovi sistemi di mobilità ecologici e sostenibili, come, ad esempio, i servizi di car pooling. Trasversale ai due ambiti è invece la gestione dell’informazione, mediante lo sviluppo di soluzioni orientate da un lato agli attori del processo logistico, dall’altro ai cittadini.

Sostenibilità ambientale

Una relazione redatta da Abb sostiene che l’aspetto “smart” viene progressivamente collegato non solo alla presenza di infrastrutture digitali, ma soprattutto al ruolo del capitale umano, sociale e relazionale come fattore importante di crescita urbana. Lo studio Abb sottolinea che le accezioni di Smart City oggi esistenti sono molteplici e sono per lo più declinate in base al punto di vista del singolo proponente. Indipendentemente dalla tipologia del proponente emergono però alcuni aspetti interessanti. Primo, la sostenibilità ambientale è l’unico elemento comune a tutte le definizioni. Il tema è, del resto, profondamente trasversale per sua stessa natura. Inoltre, rispecchia l’inclinazione attuale: un corretto ed efficiente uso delle risorse sta diventando sempre più prioritario soprattutto rispetto alle future generazioni che abiteranno nelle città. Secondo, la qualità della vita e gli aspetti più marcatamente sociali (quali istruzione, governance partecipativa, sanità), sono presenti in modo esplicito solo nelle definizioni provenienti dal mondo accademico. Terzo, le interpretazioni degli enti sono tendenzialmente più focalizzate su risorse, tecnologie e infrastrutture (energia, mobilità e Ict) ponendo in secondo piano le sfaccettature connesse alla qualità della vita.

Le iniziative europee per la Smart City del futuro

Il tema Smart City ha trovato nella vecchia e affollata Europa un terreno piuttosto fertile, soprattutto per l'impatto ambientale e la mobilità sostenibile. I fondi EU per finanziare il progetto nel periodo 2014-2016 hanno superato i 700 miliardi di euro. Una dei progetti più significativi è il Covenant of Mayors (Patto dei Sindaci), un’iniziativa autonoma che coinvolge oltre 6.000 comuni europei (in cui l'Italia è molto presente) finalizzata a ridurre le emissioni di CO2 del 40% entro il 2030, attraverso l’efficienza energetica e l'uso di fonti rinnovabili (recentemente è stato annunciato che il traguardo del -20% fissato per il 2020 sarà largamente superato). L’iniziativa del Patto dei Sindaci non è isolata: interagisce con un ventaglio di altri progetti, politiche e iniziative di varia natura. In primis, lo Strategic Energy Technologies Plan, che traccia il quadro logico della politica europea relativa alle Smart City entro cui sviluppare le azioni per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2020, in particolare accelerando lo sviluppo delle tecnologie energetiche a bassa emissione di carbonio. Una delle iniziative è indirizzata proprio al tema Smart City e si concentra per lo più sugli aspetti legati all’efficienza energetica, essendo quest’ultima la soluzione più semplice e più economica per abbattere le emissioni di CO2. Nel 2011 la Commissione Europea ha lanciato l’iniziativa “Smart Cities and Communities” che mira a identificare, sviluppare e distribuire soluzioni replicabili, equilibrate e integrate nei settori dell'energia, dei trasporti e delle Ict attraverso partenariati tra comuni e imprese. Le sfide chiave per Smart Cities and Communities sono quelle di aumentare significativamente l'efficienza energetica complessiva delle città e di sfruttare al meglio le risorse locali. L'iniziativa si rivolge a enti pubblici e privati, imprese, centri di ricerca, università mettendo a disposizione oltre 100 milioni di euro per finanziare le proposte più innovative nell'ambito della linea Sfide della Società del Programma Horizon 2020. Un ulteriore progetto è lo European Innovation Partnership on Smart Cities and Communities, supportato dalla Commissione Europea con l'obiettivo di riunire municipalità, industrie, imprese, banche, strutture di ricerca e tutti gli attori coinvolti nel tema Smart City. La partnership consiste in una sorta di market-place (costituito da 6 cluster di lavoro e da un sito web) dove gli interessati possono promuovere e scambiare soluzioni nel campo dell'energia, dei trasporti e dell'Ict. Sulla stessa onda, nel 2014 è stata fondata la Smart Cities Mediterranean Partnership, rivolta alle città della regione del mediterraneo. Le iniziative europee non si esauriscono qui e spesso diventa arduo capire se il loro contributo possa effettivamente unificare le linee di evoluzione.

Un’Italia sempre più Smart

Anche in Italia le iniziative rivolte alle Smart City non mancano. A livello nazionale, una delle più significative è l'Osservatorio Nazionale Smart City promosso dall’Associazione Italiana Comuni Italiani e gestita in collaborazione con Forum PA. L'Osservatorio mira a fornire le linee guida nella costruzione di una Smart City per tutti i comuni italiani, attraverso una raccolta di best practice e una repository di applicazioni. Gli obiettivi dell’Anci, attraverso l’Osservatorio, è duplice: aiutare dall’esterno le città a strutturare i progetti mediante la messa in rete delle esperienze; mappare, individuare e classificare le soluzioni tecnologiche oggi presenti nelle città, senza tralasciare gli strumenti di programmazione e i principali ostacoli normativi presenti. Quella della Smart City è un’opportunità che le Pubbliche Amministrazioni italiane tendono a interpretare in modo bivalente. Da un lato la volontà di intercettare le potenzialità offerte dal grande programma comunitario Smart City e più in generale da Horizon 2020, che metteranno a disposizione delle città europee ingenti risorse nei prossimi anni; dall’altro, costruire nuove ipotesi strategiche del futuro delle singole aree e offrire agli investitori privati una prospettiva credibile e stabile nel medio periodo. A tale proposito, recentemente il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) ha presentato il suo primo intervento in materia di Smart City che prevede uno stanziamento di 65 milioni di euro. Il programma mira a rafforzare la dotazione infrastrutturale delle città, attraverso Smart grid interconnesse con le infrastrutture di banda larga, e a potenziare la capacità dell’industria di rispondere ai fabbisogni di servizi innovativi espressi dalle Smart City, grazie a quartieri-pilota in cui verranno sperimentate soluzioni non ancora presenti sul mercato. Per raggiungere questi obiettivi, il Mise ha deciso di puntare su progetti pubblico-privati ben identificati e misurabili, sia nelle risorse occorrenti che nella loro sostenibilità, grazie anche a un confronto continuo con le città e con i portatori d'interesse privati, dedicando i fondi stanziati all’attivazione di due specifiche misure: la prima, finalizzata alla promozione di infrastrutture e servizi energetici efficienti e connessi nelle aree urbane; la seconda all’attivazione di appalti pre-commerciali di grandi dimensioni in risposta ai fabbisogni più innovativi espressi dalle amministrazioni. Il programma prenderà avvio dalle aree metropolitane, grazie alla stretta collaborazione avviata con l'associazione Anci. Secondo le fonti pubbliche, le Smart City rappresentano un contesto particolarmente favorevole alla sperimentazione di misure in grado di generare crescita con occupazione, perché è in esse che le tecnologie digitali possono incrociarsi con infrastrutture innovative, nuovi servizi e migliori sistemi di efficientamento energetico. Grazie agli investimenti che il Programma metterà in moto, si potrà generare non solo un significativo impatto su qualità della vita, crescita economica ed occupazione, ma rendere l’Italia un paese ad alto richiamo per la sperimentazione dei più evoluti modelli di Smart City da parte di aziende multinazionali e delle eccellenze nazionali. I quartieri-pilota, definiti d’intesa con le Città Metropolitane, consentiranno da un lato di promuovere Smart Grid di nuova generazione, facendo leva anche sui nuovi investimenti in banda ultra larga, dall’altro di accelerare servizi e dispositivi Smart, anche attraverso la valorizzazione di open e big data, generando così un percepibile miglioramento della qualità della vita per i cittadini e del contesto operativo per le imprese. Le soluzioni tecnologiche finanziate diverranno un’ulteriore eccellenza che l’Italia potrà esportare nel mondo. Il prossimo passo sarà una consultazione con gli operatori privati nei settori IT, energia e telecom, finalizzata alla realizzazione condivisa delle Linee Guida per i progetti. Nel frattempo le iniziative concrete rivolte alle Smart City sono numerosissime. Attualmente il 60% dei comuni italiani con popolazione superiore a 20.000 abitanti ha avviato almeno un progetto Smart City negli ultimi tre anni mentre il 75% ha in programma iniziative per l'anno in corso. Tra i servizi più richiesti le applicazioni di gestione della mobilità e i progetti di Illuminazione intelligente, con una riduzione dei consumi energetici di oltre il 40%. Secondo i dati Anci, ad oggi sono stati lanciati 1.311 progetti che coinvolgono 15 milioni di cittadini in 158 Comuni per un investimento totale di 3,7 miliardi di euro. I settori che contano più progetti sono quelli relativi alla mobilità, all’ambiente e alla partecipazione dei cittadini, mentre il più finanziato risulta essere quello dedicato alla pianificazione e alla governance. Indubbiamente un tassello fondamentale di questa evoluzione sono le tecnologie, sia quelle dedicate all'infrastruttura sia quelle di carattere più personale. Il loro impatto non si limita a un uso più efficiente delle risorse o alla soluzione di problemi specifici, ad esempio mobilità o illuminazione, ma si estende anche ad aspetti più "sociali" relativi, ad esempio, all'inclusione, alla governance, all'economia e così via.

Vediamo qualche esempio pratico in linea con il paradigma di Smart City. A Milano, il progetto Urban electronic Logistic  intende sviluppare un’innovativa piattaforma telematica e informatica (aperta, dinamica e partecipata) di servizi e componenti per la logistica in ambito urbano, in grado di garantire la realizzazione di una comunità virtuale in rete mobile e la gestione modulare integrata ed evoluta dei processi. Il tutto vede la partecipazione attiva degli attori principali con l’obiettivo di migliorare l’efficienza del processo logistico nelle aree metropolitane, con la contemporanea diminuzione dell’impatto ambientale derivante dalla movimentazione di beni sul territorio.

A Brescia è attivo Proactive (protezione con infrastrutture Ict avanzate, cittadinanza attiva, e reti sociali), un sistema che "ascolta" il territorio attraverso sensori di nuova generazione e reti sociali per prevederne lo stato a fronte di eventi futuri. La struttura abbina reti di telecomunicazione di ultima generazione (4G, reti eterogenee, small cell), Smart sensor (connessi, autoalimentanti) e "Sensori Umani" (reti sociali, app) con App di pianificazione, gestione e protezione del territorio più efficaci, tempestive, economiche e partecipative.

Bologna, come tante altre città italiane, è stata protagonista di un progetto di restyling del sistema di illuminazione pubblica. Oltre 45.000 punti luce e 5.000 semafori che la società Enel Sole gestirà per i prossimi anni puntando a un risparmio energetico del 40%. Il restyling ha coinvolto la sostituzione di 30.000 vecchie lampade a vapori mercurio, con altre ad elevata efficienza energetica. L’operazione ha previsto l’installazione, su tutti i nuovi apparecchi, di un sistema di telecontrollo che ne permetterà il monitoraggio e la regolazione della luminosità secondo le esigenze di esercizio. L’intervento prevede inoltre il passaggio dall’alimentazione in serie alla derivazione del 67% degli impianti, con il rifacimento di oltre 900 km di linee elettriche e la rimozione di 63 cabine di trasformazione media e bassa tensione.

Una delle amministrazioni più sensibili al tema Smart City è quella di Cagliari. La città sarda si sta muovendo soprattutto sul fronte del risparmio energetico. Ad oggi il Comune ha installato impianti fotovoltaici sui tetti di scuole e uffici pubblici per quasi 2000 mq di superficie. Sono stati realizzati circa 500 mq di impianti solari per le piscine comunali in grado di riscaldare l’acqua delle vasche e quella destinata agli usi igienico sanitari. Inoltre è in atto un programma di ammodernamento degli impianti di pubblica illuminazione, che prevede la sostituzione degli attuali apparecchi con moderne lampade a led, con un risparmio di oltre il 50% di energia. Altre iniziative saranno avviate a breve per ammodernare e rendere più efficienti gli impianti di climatizzazione di scuole ed edifici comunali. Inoltre il Comune prevede di alimentare gli edifici comunali con energia verde, a fronte di una riduzione del 33% dei gas serra generati. Per segnalare l’iniziativa e indicare i siti comunali interessati, è stata posizionata una targhetta visibile all’ingresso di ciascun edificio, su cui è riportato il marchio di certificazione Ecodoc - Energia elettrica dalla natura.

Sempre sul filone del risparmio energetico è da segnalare il progetto Eden (Energy data engagement) di Torino. Il progetto nasce dall’idea di utilizzare il paradigma dell’Internet delle Cose per favorire una consapevolezza diffusa sui consumi energetici all’interno delle scuole. La raccolta di dati da sensori distribuiti e connessi a internet, la prima fase di Eden, si integra con lo sviluppo di una serie di strumenti di controllo dei dati raccolti (app, siti internet, cruscotti digitali di analisi e gestione dei dati), la cui osservazione permette di elaborare strategie di divulgazione e comunicazione che permettano agli utenti di compiere scelte energetiche razionali e improntate alla riduzione dei consumi. Le scuole, principali destinatarie dell’attività prevista da Eden, diventano quindi terreno di raccolta, elaborazione e divulgazione ragionata dei dati di consumo, trasformando gli studenti da semplici consumatori a protagonisti del cambiamento di abitudini energivore. Una piattaforma web, la “smart data platform”, ospita i dati messi a disposizione, in modalità open, per ulteriori elaborazioni e consultazioni. Ai sensori di misurazione dei consumi si abbinano dei pali della luce dotati di strumenti e controlli che contribuiscono alla gestione intelligente dell’illuminazione, governando in autonomia intensità, accensione e spegnimento in base alle effettive condizioni di luce naturale, secondo il paradigma “smart streetlight”. L’Internet delle Cose diventa quindi veicolo capace di generare comportamenti Smart, non solo a livello di sostegno all’azione amministrativa e alla gestione del sistema urbano, ma anche ai singoli cittadini, guidati nelle loro scelte da un alto grado di informazione basata su dati open, elaborati per guidare e correggere consuetudini consolidate in termini di eccesso di consumo energetico.

Un progetto orientato alla mobilità sostenibile è l'Electro Smartboat di Venezia. Il progetto prevede l'uso di imbarcazioni elettriche a ridotto impatto ambientale (in termini di energia e moto ondoso), che si appoggerebbero a un'unica piattaforma tecnologica che offre l'infrastruttura di approdo, la ricarica delle batterie e servizi accessori connessi alla navigazione che potranno avvalersi di nuove tecnologie satellitari.

A Trento è in fase di lancio il progetto Dirha (Distant-speech interaction for robust home) pensato in particolare per le persone con disabilità motorie. Dirha utilizzerà una rete di microfoni distribuiti nell'ambiente per captare, comprendere ed eseguire comandi vocali quali ad esempio regolare la temperatura delle stanze, alzare e abbassare le tapparelle, sintonizzare la radio e il televisore, aprire o chiudere le finestre, attivare elettrodomestici o segnali di allarme. Il sistema Dirha può essere configurato attraverso l'impiego di microfoni tradizionali, oppure avvalendosi di microfoni Mems dell’ordine di grandezza di pochi millimetri, piccoli quanto basta per essere armonizzati nell’arredamento di una casa. Il sistema può essere impostato per operare 24 ore su 24, sempre in ascolto di una possibile richiesta da parte dell’utente, e senza la necessità di premere alcun tasto per la sua attivazione. La piattaforma è in grado di distinguere le voci degli abitanti di una casa dagli altri rumori di fondo e di interagire con l’utente solo quando necessario, ad esempio ponendo delle domande mirate per giungere alla comprensione della richiesta. Dirha consente di interloquire anche a una distanza di diversi metri dai microfoni, senza bisogno di connessione a Internet.

Questi sono solo alcuni esempi. A scorrere la lista dei progetti, pubblicata in rete sulla piattaforma dedicata dell’Anci, c’è di tutto: dai cassonetti intelligenti alle app per segnalare spazi verdi o luoghi da riqualificare, dal bike sharing ai servizi medici a domicilio, dal coworking ai fablab, dai sistemi di monitoraggio del traffico alla riqualificazione urbana (mercati comunali, lungomare e porticcioli turistici). Benché piuttosto inorganica ed episodica, questa evoluzione è massiccia e diffusa e lascia chiaramente intendere che il futuro delle aree urbane sarà sicuramente sempre più Smart.


Milano all'avanguardia

La natura di grande metropoli di respiro europeo di Milano si esprime anche nell'approccio da vera Smart City. La città può contare su uno dei pochi, veri progetti organici e strutturali, denominato Milano Smart City, orientato alle reti e ai servizi. L'iniziativa risale alla fine del 2011, con la partecipazione del Comune ai bandi europei legati al progetto “Smart Cities and Communities”. Nel quadro del bando del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per la presentazione di idee progettuali per “Smart Cities and Smart Communities and Social Innovation”, il Comune ha pubblicato un avviso pubblico rivolto a mondo accademico, istituti di ricerca, imprese ed enti culturali per richiedere la dichiarazione di interesse dell’Amministrazione. Fra i progetti selezionati dal Ministero e ammessi alla fase di progettazione esecutiva, dodici (su 82) sono stati presentati con il sostegno del Comune di Milano, per un importo finanziabile del valore di circa 170 milioni. Successivamente il Miur ha pubblicato la graduatoria dei progetti esecutivi ammessi (32 progetti): fra quelli sostenuti dal Comune di Milano 5 sono stati inseriti nella fascia A (direttamente finanziabili, per un totale di circa 47 milioni di euro), altri 5 nella fascia B (idonei e potenzialmente finanziabili, per un importo totale di 82,5 milioni di euro). Eccone alcuni tra quelli più significativi.

  • S[m2]Art si propone di definire un sistema di prodotti, servizi, tecnologie integrati, per il monitoraggio del territorio, con specifico riferimento alla sicurezza delle persone (security). In particolare, sulla base di una mappatura delle necessità e delle emergenze riferite alle realtà degli enti locali coinvolti. Capofila è Telecom Italia.
  • Urbe-Log (Urban electronic Logistic), che ha sempre come capofila Telecom Italia, intende sviluppare un’innovativa piattaforma telematica e informatica (aperta, dinamica e partecipata) di servizi e componenti per la logistica in ambito urbano, in grado di garantire la realizzazione di una comunità virtuale in rete mobile e la gestione modulare integrata ed evoluta dei processi con la partecipazione attiva degli attori principali dal produttore al dettaglio. L’obiettivo è di migliorare l’efficienza del processo logistico nelle aree metropolitane con la contemporanea diminuzione dell’impatto ambientale derivante dalla movimentazione di beni sul territorio. La sperimentazione su Milano riguarderà in particolare Area C.
  • Decision Theatre è un progetto che vuole mettere a disposizione sistemi di supporto alle decisioni e ambienti immersivi progettati specificatamente per permettere una comprensione chiara e semplice di informazioni complesse e tipicamente correlate. La soluzione proposta, attraverso tecnologie di simulazione e modellazione, analisi what-if, visualizzazione avanzata, data fusion e data mining di sistemi eterogenei contribuisce a sviluppare un ambiente avanzato di valutazione di scenari alternativi, fornisce rappresentazioni dettagliate e innovative delle conseguenze dei comportamenti, delle decisioni e delle policy. Capofila è SAS Institute.
  • PSC - Giustizia è una piattaforma di servizi nel settore della giustizia civile progettata secondo il paradigma "platform as a service" che complementa l’attuale PCT. Lo scopo del lavoro è di identificare e realizzare un insieme di servizi che possano poi rappresentare dei “mattoni” per la realizzazione e la personalizzazione dei diversi processi del sistema giudiziario. Le capofila del progetto sono Telecom Italia e Politecnico di Milano.
  • Swarm (Net smart water resource management) è un progetto che mira a coniugare la domanda d’innovazione e alta specializzazione nel settore della tutela delle risorse idriche con la scelta strategica di puntare su Smart City che prevedano un coinvolgimento attivo dei cittadini nella gestione del territorio e nell’attuazione delle politiche ambientali, in stretto raccordo con il programma Europa 2020 che ha individuato crescita intelligente, crescita sostenibile e crescita inclusiva quali motori di rilancio dell’economia. L’ambito primario di riferimento è la “gestione delle risorse idriche”, fortemente interconnesso con il “waste management”. Alcune attività concernenti il monitoraggio e la gestione degli eventi estremi s’interfacciano anche con l’ambito “Sicurezza del territorio”, mentre altre riguardanti la raccolta e memorizzazione dei dati, la loro diffusione e il loro uso interoperabile s’interfacciano con l’ambito “Domotica e Smart Grids”. Capofila del progetto è il Cnr.

 

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