Secondo i dati diffusi dall'Istat, l'industria italiana delle tecnologie rappresentata da Confindustria Anie ha mantenuto nei primi mesi del 2011 un profilo debole nell'evoluzione dei livelli di produzione industriale.
Le due macroaree - Elettrotecnica ed Elettronica - mostrano andamenti discordanti. Nel mese di febbraio 2011, nel confronto con lo stesso mese del 2010, l'Elettronica ha evidenziato una flessione della produzione industriale del 12,3%, l'Elettrotecnica ha sperimentato una sostanziale stabilità sui livelli del febbraio 2010 (+2,7% la corrispondente variazione media del manifatturiero nazionale).
Anche nel confronto congiunturale, ovvero con gennaio 2011, la produzione industriale per l'Elettronica ha evidenziato una caduta dell'1,3%, mentre l'Elettrotecnica ha registrato un lieve recupero (+2,1%).
Nella media dei primi due mesi del 2011, nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, i settori Anie hanno mantenuto una variazione di segno negativo del profilo produttivo (-3,7% per l'Elettrotecnica; -11,6% per l'Elettronica). All'interno del manifatturiero l'industria Elettrotecnica ed Elettronica si colloca fra i settori industriali che mostrano maggiori segnali di sofferenza.
“Si mantiene ancora debole a febbraio la produzione industriale nei settori Anie - ha commentato il Presidente di Confindustria Anie Guidalberto Guidi. Negli ultimi mesi l'evoluzione dei livelli di attività ha imboccato un percorso più accidentato. E' questo il quarto mese consecutivo in cui i dati mostrano segnali negativi”.
“Il 2011 ha avuto inizio con un passo di recupero più lento delle attese - ha proseguito Guidi. Non dimentichiamo che la crisi ha lasciato un segno profondo sulle imprese e che la ripresa del 2010 guidata dalle esportazioni rischia di non garantire la necessaria continuità nell'anno in corso. Nel biennio 2008-2009 i settori Anie avevano mostrato flessioni del profilo produttivo più ampie nel confronto con la media europea. In quel contesto le aziende avevano prontamente reagito alla crisi riducendo le inefficienze, innovando e rafforzandosi su mercati nuovi. Questi interventi hanno permesso nel 2010 un primo recupero dei livelli di attività, seppur a tassi meno sostenuti rispetto alla media dell'Unione. Oggi a distanza di due anni gli operatori potrebbero essere chiamati nuovamente a forti sacrifici. Cresce soprattutto il rischio di minore liquidità, per credito insufficiente, costi degli
input produttivi al rialzo e ritardati pagamenti. E questo in un momento in
cui molte imprese - penso soprattutto alle piccole e medie aziende che avevano acquisito ordini in Nord Africa - potrebbero dover attuare nuovi investimenti per rivedere le strategie di internazionalizzazione.”
“Il vero nodo che penalizza l'attività d'impresa e sottrae dinamicità all'Italia nel confronto europeo - ha concluso Guidi - si conferma la costante debolezza del mercato interno. Di fronte a uno scenario di contraddizioni e forti tensioni, occorre una riflessione condivisa per ridare slancio a un mercato fermo ormai da troppo tempo. Resto in ogni caso fiducioso nella capacità di innovazione e nelle doti di intraprendenza sui nuovi mercati che potranno esprimere le imprese Anie anche di fronte alle nuove sfide di scenario.”