In qualità di consumatori, siamo ormai abituati a essere impazienti. Nel bene o nel male "lo voglio e lo voglio ora" è il refrain di questa generazione. Le aspettative del consumatore circa l'intervallo che deve intercorrere tra il concepimento del desiderio di qualcosa che deve essere realizzato e la sua effettiva disponibilità sono cambiante enormemente nell'arco degli ultimi cinque anni. La consegna per il giorno dopo è divenuta la norma e, complice la possibilità di poter effettuare le consegne anche per mezzo dei droni, la consegna nelle prossima ore potrebbe diventare lo standard in un futuro neanche troppo lontano. Il mercato è pronto a offrire al consumatore il piacere di una gratificazione pressoché istantanea. Sulla stampa economica sono apparsi numerosi articoli riguardanti l'impatto che questo cambiamento delle aspettative dei consumatori ha avuto sui rivenditori, soprattutto su quelli che hanno strutture di vendita grandi dimensioni (in pratica la "old economy", che si contrappone alla "new economy" sostanzialmente basata sull'on-line). Anche se è passato quasi in sordina, l'effetto sulla filiera manifatturiera è stato di notevole entità. In passato i consumatori andavano nei negozi, ordinavano un prodotto, come ad esempio un elettrodomestico per la cucina e aspettavano la consegna che di solito veniva evasa in un tempo compreso fra tre e quattro settimane. Un approccio di questo tipo rappresentava un vantaggio cruciale per i direttori operativi degli Oem: essi potevano avere una visibilità reale e accurata delle richieste future in base alla quale pianificare il fabbisogno di materiali. Ciò non vuole dire che ogni produttore poteva adottare uno schema di tipo Bto (Build to order). Ma in ogni caso intercorreva un prezioso intervallo di tempo per poter adattare la risposta della linea di produzione del produttore ai cambiamenti del livello della domanda relativamente a un prodotto. Alla luce di tali considerazioni, quando un produttore ha fatto una previsione di fabbisogno di materiali per le successive quattro settimane, l'intera supply chain può basarsi su tale previsione, ordinando e garantendo la disponibilità a magazzino dei componenti con la certezza della (quasi) perfetta corrispondenza tra componenti acquistati e i reali fabbisogni dell'Oem.
Difficoltà previsionali
In molti settori industriali una regola di questo tipo non è più applicabile, a causa del mutato atteggiamento dei consumatori. L'esigenza di una gratificazione immediata si traduce nel fatto che il periodo di sotto o mancato utilizzo delle risorse del sistema è stato praticamente annullato. Nonostante ciò, l'industria manifatturiera e la sua catena di fornitura continua a utilizzare le previsioni dei fabbisogni di materiale come se nulla fosse cambiato.
La verità è che molte previsioni valgono meno della carta su cui sono state scritte. In realtà, parecchi Oem non sanno di quante unità il mercato avrà bisogno la settimana prossima, per non parlare del prossimo mese o del prossimo trimestre. Ciò non significa che hanno improvvisamente perso la capacità di fare previsioni: la verità è che il mondo si muove più velocemente ed è divenuto più volatile e imprevedibile. Naturalmente la supply chain può fingere di ignorare questa situazione. Sulla base delle previsioni degli Oem, può continuare a gestire stock di componenti su base giornaliera e mantenere i cosiddetti buffer stock (ovvero le scorte "cuscinetto" di prodotti che hanno la funzione di stabilizzare eventuali fluttuazioni) necessari per l'approvvigionamento per alcuni giorni. Un approccio di tale tipo ha il vantaggio di aumentare un'apparente efficienza perchè minimizza l'impegno di capitale operativo ed elimina quasi del tutto Il rischio che l'Oem o il distributore si trovino con scorte di pezzi non richiesti o non utilizzati. Ma si tratta di una falsa economia. Gli apparenti risparmi in capitale operativo sono fatti a rischio di perdite catastrofiche. Le previsioni dei fabbisogni di materiale in un mondo che vuole l'immediata disponibilità di un prodotto sono inaffidabili. Presto o tardi, livelli di inventario ridotti sono destinati a non riuscire a soddisfare un imprevisto aumento della domanda. La carenza di un singolo componente può comportare l'arresto di tutta la linea di produzione dell'Oem. In un mondo estremamente volatile, tali carenze si manifesteranno con maggiori probabilità quando la supply chain prevede l'uso di buffer stock limitati a pochi giorni di approvvigionamento.
L'accumulo delle scorte
Per garantire una supply chain deve essere flessibile e affidabile, è necessario prevedere un certo "punto di accumulo" delle scorte. Nel mercato dei componenti elettronici un ottimo "punto di accumulo" è rappresentato dal magazzino del distributore. Ciò è dovuto al fatto che i distributori, a causa dell'attività che svolgono, sono esperti nella gestione dell'inventario e possono aggregare in maniera efficace le richieste di singoli componenti su un'ampia base di clienti, in pratica "appianando" gli alti e bassi della domanda che si manifestano su base giornaliera. Future Electronics, da parte sua, è in grado di offrire diverse modalità utili per formare lo stock di componenti adatti a soddisfare le esigenze del mercato. Per i principali clienti, ad esempio, mette a disposizione il Bim (Bonded Inventory Management). Future Electronics mantiene un buffer stock dedicato che garantisce un approvvigionamento per la durata di almeno 12 settimane dei componenti elettronici per il cliente di questo programma. Ciò garantisce una disponibilità permanente “nel giorno successivo” dei dispositivi a stock e permette a Future Electronics di avere un margine di tempo sufficiente (12 settimane, appunto) per poter reagire alle variazioni della fornitura del produttore di componenti. Ciò garantisce un maggior grado di flessibilità anche nel caso si verifichino eventi molto gravi (come ad esempio un terremoto o un’inondazione) che potrebbero portare alla distruzione di una fabbrica. Oltre al programma Bim, destinato a clienti specifici, Future Electronics in linea di principio segue una politica che prevede il mantenimento a magazzino di grandi quantità di un’ampia gamma di componenti. Questo è uno dei vantaggi legati al fatto di essere una società privata che quindi non deve rispondere agli azionisti. Future Electronics può dunque ottimizzare il servizio offerto ai clienti mantenendo stock di grandi dimensioni ed effettuando la rotazione dell'inventario in media quattro volte all'anno. L'obiettivo dei distributori che sono quotati in borsa, invece, è ottimizzare i profitti per gli azionisti: per questo motivo effettuano la rotazione dell'inventario nove o dieci volte all'anno: ciò significa che detengono a stock una riserva di materiale "disponibile per la vendita" più ridotto, il che li rende più esposti nel caso di eventi di una certa gravità o di improvvisi mutamenti della domanda.
Un approccio differente
La differente mentalità finanziaria è evidente in ogni altro aspetto del modello standard di servizi offerti dal distributore. Solitamente i distributori cercano di ottimizzare il proprio flusso di cassa minimizzando il tempo che intercorre tra la consegna dei componenti a un cliente e il pagamento degli stessi.
Essendo un'azienda privata, Future Electronics ha la libertà di effettuare investimenti per garantire in miglior sevizio ai propri clienti, andando esattamente nella direzione opposta e offrendo dilazioni di pagamento a tutto i clienti che prendono impegni sul lungo termine con la società. È una prassi abbastanza comune per Future Electronics concordare termini di vendita che prevedono 120, 150 o persino 180 giorni di credito. Dal punto di vista commerciale, questa politica porta benefici a entrambe le parti in causa: i problemi legati alla liquidità sono la più importante causa di fallimento di aziende che altrimenti sarebbero entità redditizie e di successo. Contribuendo a mantenere "sani", dal punto di vista finanziario, i propri clienti Future Electronics aiuta se stessa. Questo investimento nei costi iniziali a beneficio sia del cliente sia del distributore si estende anche ai servizi logistici. Il principio su cui si basa l'attività di Future Electronics è ottimizzare i servizi in modo da adattarsi al profilo di ogni singolo cliente. Ciò si manifesta in parecchi modi:
• Consolidamento della base di fornitori mediante la gestione per conto del cliente degli accordi di fornitura con fornitori di terze parti remote
• Fornitura di servizi di progettazione di sistema per gestire in modo efficace la sostituzione di prodotti obsoleti con componenti equivalenti dal punto di vista funzionale per i quali è prevista una lunga vita operativa
• Disponibilità di servizi a valore aggiunto in aggiunta alla normale consegna dei componenti. Tra questi si possono segnalare Kanban, programmazione, etichettatura e marchiatura.
•Documentazione personalizzata e dichiarazioni di conformità, al fine di ridurre gli oneri amministrativi del cliente
In tutti questi casi, il risultato immediato per il distributore è nullo. Come il mantenimento di una grande quantità di scorte a stock, la fornitura di servizi aggiuntivi che non producono ulteriori entrate non hanno senso in un contesto che richiede di produrre profitti per gli azionisti su base trimestrale.
Ma un differente modello finanziario, un modello con una prospettiva sul lungo termine può, nella visione di Future Electronics, garantire migliori prestazioni operative e maggiori profitti per tutti: Oem, produttori di componenti e distributori.