Industry 4.0, Quarta rivoluzione industriale, Smart manufacturing, sono tutti slogan che identificano un unico fenomeno: la trasformazione digitale delle imprese manifatturiere. Ma di cosa si tratta esattamente?
Il Laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia da qualche anno sta studiando questo nuovo paradigma, cercando di valutare l’impatto che le nuove tecnologie digitali potranno avere sui processi di business aziendali.
Il prossimo 5 luglio, presso la (ex) facoltà di Ingegneria dell’Università di Brescia in via Branze 38, verranno presentati i risultati della seconda ricerca condotta dal Laboratorio RISE su di un campione di oltre 100 aziende manifatturiere italiane. L’obiettivo è illustrare un quadro chiaro, preciso e basato su dati oggettivi di quale sia l’effettiva penetrazione di Industria 4.0, in particolare all’interno del tessuto delle PMI. Aldilà della presentazione dei risultati della ricerca, diversi testimonial aziendali (tra cui General Electric e Fondital) racconteranno la propria esperienza 4.0. Inoltre, i partecipanti avranno la possibilità di ascoltare anche la viva voce del mercato dell’offerta di soluzioni tecnologiche (grazie all’intervento di SAP e Regesta, partner della ricerca). Ad impreziosire il panel, il contributo del dott. Marco Calabrò del Ministero dello Sviluppo Economico, l’ente che più di tutti ha contribuito alla stesura del piano industriale italiano Industria 4.0. Al termine dell’evento, con partecipazione gratuita previa iscrizione al link https://goo.gl/fe3Ly7, verrà reso disponibile il rapporto finale della ricerca.
Risultati svelati
I ricercatori RISE, nell’esposizione dei risultati della ricerca, cercheranno di fornire risposte a queste (e altre) domande, di cui vengono presentati in anteprima alcuni messaggi chiave:
Quali sono le tecnologie abilitanti la rivoluzione, quanto sono note e quanto sono impiegate?
Più della metà del campione afferma di aver compreso a pieno le potenzialità abilitate dalla connessione pervasiva di prodotti e processi grazie all’Industrial Internet of Things (62%) e della necessità di dover poi trattare questa mole di dati raccolti grazie a sistemi di Big data & Advanced Analytics (51%). Distaccate, si posizionano altre tecnologie quali Stampa 3D, Realtà Aumentata/Virtuale e Robotica Collaborativa. Sono però ancora poche le aziende che sono andate oltre alla fase di conoscenza di queste tecnologie: circa il 60% del campione infatti ha implementato al più una tecnologia, circa il 30% si sta muovendo su due filoni tecnologici (non integrati tra di loro), meno del 10% ha definito un percorso organico volto ad implementare in modo integrato più di quattro tecnologie digitali.
Quali sono i benefici attesi e per quali processi?
Grazie alle nuove tecnologie digitali, le aziende puntano a poter ridurre il tempo di reazione al mercato (73%), puntando ad intercettare con maggiore velocità le richieste del cliente, comprimendo il lead time di sviluppo dei nuovi prodotti. A seguire i benefici legati ad una maggiore automazione ed efficientamento dei processi (obiettivi di costo) e la possibilità di accrescere le funzionalità dei prodotti realizzati (obiettivi di qualità).
Quali ostacoli occorre superare?
Il 70% delle aziende dichiara difficoltà nel disporre di competenze specifiche (sia internamente che esternamente all’azienda) per analizzare, valutare e implementare correttamente le nuove soluzioni tecnologiche. Anche grazie agli incentivi del Piano industria 4.0, sembra essere un ostacolo meno rilevante l’entità dell’investimento richiesto.
Quanto può essere utile il piano Industria 4.0?
Tra le misure proposte dal recente Piano Calenda, come ci si poteva attendere, le aziende sono interessate in particolare agli incentivi fiscali del super e (in particolare) dell’iper ammortamento per l’acquisto di attrezzature, macchinari e software. Molto rilevante per buona parte delle aziende è anche la misura del credito d’imposta potenziato, utile per finanziare la ricerca e sviluppo, spesso propedeutica agli investimenti di cui sopra. Numeri alla mano, le imprese pare che stiano rispondendo con entusiasmo agli stimoli del piano, come dimostra il + 22% di ordini di macchine utensili nel primo trimestre 2017 rispetto all’analogo periodo del 2016.