Tra i produttori di chip, nel 2016 Intel si è confermata essere il principale investitore in Ricerca & Sviluppo, con una spesa di 12,7 miliardi di dollari, che rappresenta il 22,4% del fatturato realizzato nell’anno. Stando al McClean Report 2017 di IC Insights, l’azienda ha infatti contribuito per il 36% al totale delle spese effettuate nel 2016 dai primi 10 investitori in R&S, investendo una quota superiore al 22% del suo fatturato. Il volume speso dall’azienda è maggiore della somma degli investimenti compiuti dai successivi tre produttori presenti nella classifica. Nonostante ciò, l’aumento del 5% di tale spesa nel 2016 è al di sotto della media del 9% registrata dal 2011 in poi e anche del tasso medio annuo dell’8% registrato dal 2001. A seguire, Qualcomm, oggi il maggior produttore fabless di circuiti integrati, che detiene il secondo posto dal 2012, sebbene abbia investito nel 2016 il 7% in meno rispetto al 2015, comprese le spese sostenute dalle due aziende acquisite nello stesso anno: Csr (Regno Unito) e Ikanos (Silicon Valley). Broadcom, attuale nome di Avago dopo l’acquisizione avvenuta nel 2016, occupa invece il terzo posto; prima dell’accordo, nel 2015, Avago era tredicesima. Samsung, leader nelle memorie, si è posizionata al quarto posto, con investimenti in crescita dell’11% rispetto al 2015. Nel “club” da un miliardo e più di dollari spesi in R&S, la società coreana ha raggiunto il livello di investimenti più basso, con solo il 6,5% del fatturato speso in R&S. Toshiba ha scalato due posizioni, destinando gli investimenti di R&S alle memorie Nand di tipo Flash con struttura 3D. Il gigante taiwanese delle fonderie Tsmc si è classificato sesto, con un incremento del 7% negli investimenti in R&S, seguito dalla connazionale fabless MediaTek, salita di una posizione con il 13% in più di spese. Micron, infine, ha scalato un posto raggiungendo l’ottava posizione, con un aumento degli investimenti del 5%.