La sfida di Trump a Taiwan colpisce anche i chip

Taiwan

Le dichiarazioni di Donald Trump sulla richiesta a Taiwan di farsi pagare gli aiuti nella difesa si trasformano in autogol per le aziende USA del settore IT.

Nell’enfasi di un discorso elettorale di una delle campagne più accese degli ultimi anni, non tutte le dichiarazioni si limitano a esaltare la folla. Quanto successo con le dichiarazioni di Donald Trump nelle ore immediatamente successive all’attentato di Butler, in Pennsylvania, dimostra come una frase fuori posto possa avere ripercussioni importanti per le aziende USA e l’economia in generale.

Sotto la lente, nella circostanza, il rapporto con Taiwan. Un rapporto che è storicamente molto stretto sul piano militare, ma con risvolti importanti anche su quello commerciale. Non è un mistero, Trump intende diminuire l’impegno USA all’estero, ma quanto dichiarato per l’isola asiatica va ben oltre.

Secondo quanto emerso da un’intervista a Bloomberg, Taiwan dovrebbe pagare per un eventuale supporto difensivo, nel caso di andasse oltre le dichiarazioni di alleanza per diventare concreto. Non contento, subito dopo è arrivata l’accusa di rubare letteralmente agli USA il mercato dei semiconduttori, con apprezzamenti poco gradevoli sulle strategie attuali del proprio Paese.

Taiwan fornitore principale degli USA

Il problema è che Taiwan detiene attualmente il 66% della produzione globale, contro un 6% degli Stati Uniti. Quindi, dai buoni rapporti a tutti i livelli dipende anche l’approvvigionamento proprio per i produttori della Silicon Valley e dintorni.

Non a caso, le ripercussioni non si sono fatte attendere. La stessa TSMC ha registrato un calo iniziale del 2,4% nelle quotazioni, fino a toccare un -7% a Wall Street. A rimorchio però, le stesse aziende americane ne hanno fatto le spese. Nvidia, AMD e Qualcomm hanno subito preso la stessa direzione, con perdite superiori all’8%. Peggio di tutte, al momento è andata ad ARM, con l’8,21%

Si salva per ora solo Intel, proprio per il maggiore peso nella produzione interna. Difficilmente però, oltre ad essere altamente improbabile, Intel è in grado di supportare per intero il proprio fabbisogno in totale autonomia, se non a distanza di anni. Ben oltre la fretta dimostrata da Trump nel voler cambiare le cose.

Anche in Europa, tuttavia, la situazione non è delle migliori. ASML ha accusato un calo quasi dell’11%, mentre in Italia a farne le spese per il momento è Technoprobe, con una flessione superiore al 5%.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome