Negli ultimi anni anche Fairchild ha vissuto una profonda metamorfosi, modificando le proprie direttrici di business, e scegliendo di concentrarsi sulle applicazioni a più alto potenziale di crescita, sviluppando soluzioni specifiche e dedicate. “Non si può fare tutto bene. È necessaria una forte focalizzazione su quello in cui possiamo avere maggior successo” ci ha spiegato Pierfranco Vanelli, che in Fairchild si occupa di sviluppare il business nell’area del Sud Europa. “Crescere attraverso una migliore comprensione dei requisiti delle applicazioni a più altro potenziale di crescita, sviluppando soluzioni dedicate, è il concetto alla base della nostra strategia”. Tra le applicazioni identificate da Fairchild ad alto potenziale di crescita nel continente europeo ci sono quelle legate al mega trend dell’efficienza energetica.
Qual è stata la principale sfida che avete dovuto affrontare nel corso dell’ultimo biennio?
La maggior sfida che tutti quanti abbiamo affrontato è stata quella di anticipare l’improvvisa inversione di tendenza che si è verificata negli ultimi mesi del 2009. Quando alla fine dell’anno la domanda è tornata a crescere, la capacità produttiva installata non è stata in grado di far fronte alle richieste. I problemi maggiori si sono avuti non tanto nel silicio quanto nel packaging, attività generalmente gestita in outsourcing, da fabbriche concentrate in estremo oriente. La reazione non è stata infatti sufficiente a far fronte alle incredibili richieste del mercato; basta pensare che il nostro book to bill è arrivato a toccare quota 4. Oltretutto, va detto che, come é prassi usuale, i clienti asiatici hanno piazzato ordini con largo anticipo, tentando di occupare tutta la capacità disponibile. Tuttavia, nel quarto trimestre del 2009, la nostra forza vendita ha saputo convincere anche i clienti del Sud Europa a pianificare gli ordini con anticipo evitando così problemi di supply chain nei quarter successivi. Per questo motivo Fairchild é riuscita a comportarsi meglio di altri fornitori nella prima metá dell' anno: siamo riusciti a far fronte alle richieste del mercato e siamo stati considerati i migliori dal punto di vista della capacitá di supportare i clienti. Purtroppo nella seconda metá del 2010 é stato piú difficile difendere le capacitá produttive a favore dei nostri clienti e strappare il materiale per le nostre aziende dai backlog asiatici. Il 2010 é stato comunque un anno di grande crescita e in generale siamo riusciti a supportare le produzioni dei progetti a cui avevamo lavorato nel 2009, soprattutto nell’ambito degli inverter per le applicazioni solari, permettendo ai nostri clienti di mantenere le proprie posizioni sul mercato.
Quali sono le lezioni che un produttore come Fairchild ha imparato da tutto questo?
Abbiamo imparato che non è sufficiente reagire velocemente ma che è necessario anticipare il cambiamento. Abbiamo imparato che è necessario garantire una crescita aziendale stabile, che bisogna avere una visione a lungo termine e non prendere decisioni drastiche che si possono rivelare controproducenti. Ma soprattutto abbiamo imparato che i clienti europei sono più affidabili di quelli asiatici e che la stabilità del tipico mercato industriale e automotive europeo è più strategica e vantaggiosa nel lungo periodo di quanto lo sia la produzione consumer asiatica, e che per questo è necessario mantenere con le aziende europee delle reali partnership, indipendentemente dai livelli di fatturato.
L’Europa ha quindi ancora un importante valore aggiunto da offrire…
Assolutamente sì. Da questa situazione l’Europa ne è uscita vincente, in quanto ha saputo performare meglio proprio grazie alla capacità di gestire il business e ai rapporti consolidati che da sempre ci legano ai nostri clienti; e da questo ne ha fortemente guadagnato in termini di immagine.
Anche il nostro executive management americano, presente in forze durante l’ultima edizione di Electronica a Monaco, ha potuto verificare le incredibili capacità della realtà europea ed è rimasto impressionato dal nostro modello vincente di business. Ciò non toglie che il ruolo dell’Europa rimanga quello di “design region”, come conferma un business che in termini di entrate vale circa il 12% del fatturato globale dell’azienda. Dall’Europa occidentale si sono ormai da tempo ritirati i maggiori contract manufacturer mondiali, e al nostro continente rimane il compito di fare i design. Il ruolo di Fairchild in questo senso è aiutare i progettisti a fare il loro lavoro al meglio, proprio per fa vincere all’Europa la sfida futura di riuscire a mantenere intatte le proprie capacità progettuali.
Quali sono a vostro avviso le prospettive per l’anno appena incominciato?
Per il 2011 rimane confermata, almeno per la prima metà dell’anno, la tendenza positiva già sperimentata nel corso del 2010. La situazione nell’ambito dei semiconduttori si è normalizzata, anche se tra i fornitori di dispositivi di potenza c’è un forte movimento. Per molte famiglie di prodotti abbiamo infatti già accumulato ordini fino alla fine dell’anno e nonostante tutti quanti abbiano fatto importanti investimenti per espandere l’output nel silicio, non è detto che riusciremo a far fronte alle enormi richieste di dispositivi di potenza ad alte prestazioni che provengono oggi dal mercato.
Il trend dell’efficienza energetica sta quindi fortemente influenzando la scelta e l’utilizzo del silicio?
È sicuramente la richiesta sempre maggiore di efficienza energetica a trainare la domanda di silicio di potenza, oggi in continuo aumento in tutte le applicazioni, proprio per la sua capacità di far risparmiare energia. Tutto il mondo si sta muovendo verso l’efficienza energetica, tematica non più come in passato limitata al progettista, ma oggi molto sentita anche dai governi e dai consumatori. Fairchild sta fortemente beneficiando di questo importante mega-trend e delle nuove normative relative all’efficienza energetica che impongono requisiti sempre più stringenti. In ogni settore, dai dispositivi mobili agli elettrodomestici, dal lighting all’automotive, ci sono oggi normative rivolte al risparmio energetico. E proprio queste applicazioni, a cui siamo in grado di proporre le migliori soluzioni disponibili, sono quelle in cui siamo convinti di poter trovare le migliori opportunità di sviluppo.
Tra i vostri mercati di riferimento qual è a suo avviso l’applicazione più promettente?
Come accennavo prima nel settore della potenza ci sono applicazioni che oggi stanno realmente esplodendo e che necessitano di dispositivi di potenza ad alte prestazioni. Sto pensando in modo particolare alle energie rinnovabili, all’automotive e al controllo motore. I semiconduttori di potenza sofisticati sono oggi le tecnologie abilitanti per le energie rinnovabili in generale e il solare in particolare. Proprio l’inverter per il solare, pur rappresentando una parte limitata del costo di un impianto per l’energia solare, gioca un ruolo di assoluto rilievo, in quanto la sua variazione di efficienza condiziona l’intero rendimento del sistema .e quindi i relativi tempi di ritorno sull’investimento. Si tratta di un’applicazione ancora in evoluzione, nata in Europa che si sta però rapidamente espandendo anche negli Usa, in Canada e in Australia, dove le normative sempre più stringenti impongono una maggiore efficienza, trainando la domanda di dispositivi di potenza efficienti. Anche il settore automotive, che nel 2009 è stato fortemente impattato dalla crisi, sta vivendo un momento di forte innovazione tecnologica, trainato dalla necessità della riduzione dei consumi. Basta pensare al passaggio dalle soluzioni idrauliche a quelle elettriche, come i nuovi sistemi per l’iniezione del carburante o i meccanismi di servosterzo elettronici, che garantiscono migliori prestazioni a fronte di considerevoli risparmi. Per non parlare poi di quando effettivamente prenderanno il via i progetti legati all’auto elettrica che avranno di sicuro un forte impatto sulla fornitura di Igbt. Infine, come accennavo, non si può non considerare l’evoluzione in atto nel controllo motore, dove si sta passando, in ogni applicazione, da controlli di tipo V/F su motori universali a soluzioni basate su inverter e motori brushless, in grado di migliorare il controllo e l' efficienza complessiva del sistema
Quali sono invece le potenzialità, le problematiche e le specificità tipiche del mercato italiano?
La particolarità tipica del mercato italiano, da cui da tempo sono scomparse le grandi produzioni, è di essere estremamente frammentato e diversificato in termini di aziende e di applicazioni, e di avere al tempo stesso notevoli potenzialità, grazie alle capacità e alla creatività di molte nostre imprese che si rivelano ancora vincenti. Ci sono infatti nel nostro Paese realtà che, pur nelle continue difficoltà, continuano ad avere successo; basta pensare agli Ups, alle saldatrici, agli elettrodomestici, al lighting o all’automotive, settori in cui incredibilmente riusciamo a fare le cose meglio di altri, e in cui siamo capaci di generare innovazione. In questo panorama un ruolo fondamentale spetta sul nostro mercato alla distribuzione, funzionale all’esistenza stessa dell’industria elettronica italiana, non solo per la sua capacità di penetrare nei mille rivoli applicativi ma anche e soprattutto di garantire la disponibilità dei prodotti, il supporto finanziario e tecnologico e la flessibilità di cui le nostre aziende non possono fare a meno.