Il mercato delle memorie non volatili cresce molto rapidamente. Oggi vale circa 15-16 miliardi di dollari, ma è destinato a toccare il traguardo dei 25 miliardi entro i prossimi cinque anni. Il motivo è semplice: basta guardare nelle nostre tasche. I lettori Mp3 e Mp4 possono contenere un numero praticamente infinito di canzoni e filmati video; i telefonini hanno una memoria che fino a qualche anno fa non avevano neppure i Pc più potenti; alcuni laptop ultrapiccoli e ultraleggeri hanno sostituito l'hard disk con sistemi di storage a stato solido. Tutte applicazioni che aumentano il consumo di dispositivi non-volatili a semiconduttore, soprattutto Flash, e proprio nelle Flash è nato da poco un nuovo colosso mondiale: Numonyx, che riunisce le attività e le risorse di Intel e STMicroelectronics in questo ambito. Mario Licciardello, Chief Operating Officer di Numonyx, ha le idee molto chiare sullo sviluppo futuro del segmento.
Qual è la fotografia del mercato mondiale delle Flash?
C'è una crescita molto robusta, trainata dalla crescente diffusione di applicazioni di elettronica di consumo: sistemi portatili con “archivi” digitali sempre più grandi. Le Flash sono l'alternativa migliore. Certo, in alcuni casi limitati si può pensare di impiegare dei micro hard-disk, componenti in parte meccanici, con possibili problemi di usura e affidabilità. Uno dei lettori di musica digitale che vanno per la maggiore montava inizialmente un micro hard-disk ma poi si è rapidamente convertito ai sistemi a stato solido: Flash, appunto. Per ora è difficile immaginare quando rallenterà questa corsa verso densità sempre più elevate, verso memorie sempre più grandi in spazi sempre più piccoli. C'è già la necessità a spingere l'integrazione verso nuove frontiere: studiare la possibilità di usare una singola cella di memoria per contenere 3 o 4 bit; oppure “impaccare” più chip in un solo package, minimizzando gli ingombri. Noi siamo molto avanti su questi fronti, e stiamo già lavorando su celle multi-bit e su package multi-chip.
Sono due le tecnologie Flash a confronto: Nor e Nand. Qual è la migliore?
Due tecnologie diverse per due tipologie di applicazioni differenti. Riassumendo al massimo, si può affermare che le Nor sono veloci da leggere ma lente da scrivere. Le Nand sono l'esatto opposto: lente in lettura e veloci in scrittura. Inoltre c'è una differenza nella struttura di base che fa sì che alle alte densità le Nand siano economicamente più convenienti. In breve, e semplificando un po': chi ha bisogno di grossi archivi, di sistemi di storage di grandi dimensioni in cui memorizzare foto, filmati o grandi quantitativi di dati, è bene che scelga le Nand. Le Nor forse sono più adatte per contenere programmi, routine che devono essere eseguite alla massima velocità possibile. Con queste premesse e ricordando quanto abbiamo detto poco fa, è facile intuire che oggi sono le Nand a crescere più rapidamente.
Numonyx però è leader nelle Nor, non nelle Nand.
Vero. Noi siamo sicuramente leader nelle Nor grazie alle due società da cui proveniamo, poichè Intel e ST negli ultimi anni hanno praticamente sviluppato tutte le innovazioni di rilievo nel mercato delle Nor, portandoci ad essere decisamente davanti ai nostri concorrenti. Anche nelle Nand, però, non siamo stati con le mani in mano: l'alleanza con la coreana Hynix, con cui abbiamo inaugurato uno stabilimento in Cina, ci ha certamente aiutato ad avere una solida presenza anche in questa seconda fetta del mercato. Solo due grandi nomi possono sostenere di essere realmente presenti in entrambi i segmenti, Nand e Nor: noi e Samsung. Inoltre il nostro obiettivo non è competere nel generico mercato del data storage. Non ci interessa produrre la chiavetta Usb, abbiamo scelto un preciso mix di applicazioni di riferimento, per le quali vogliamo proporre le soluzioni migliori e più efficienti. Non dobbiamo dimenticare inoltre che, grazie ad Hynix, abbiamo accesso anche a una tecnologia all'avanguardia per Dram, cioè per memorie volatili: la possiamo utilizzare per realizzare sistemi di memoria completi che rispondono a esigenze specifiche.
Quale sarà la tecnologia per le nonvolatili del futuro?
Noi crediamo molto nel Pcm, le memorie a cambiamento di fase. È una grande opportunità che era già stata identificata separatamente sia da Intel che da ST. Le due società avevano iniziato a lavorare insieme su questo argomento già cinque anni fa assieme ad Ovonyx, l'azienda che deteneva alcuni blocchi di proprietà intellettuale di base. Le Pcm uniscono i vantaggi delle Nand a quelli delle Nor: possono essere lette rapidamente e scritte rapidamente. Inoltre permettono di manipolare i singoli bit. Si basano sul cambiamento di stato di un materiale particolare, il calcogenuro. La memorizzazione dei bit avviene senza spostamento di cariche elettriche: quindi anche i consumi energetici sono bassi. Inoltre, danno la possibilità di realizzare delle strutture simili a quelle di una Dram. Insomma, è come se con la tecnologia Pcm si potesse integrare sullo stesso chip una memoria che si comporta come una Nand, una Nor e una Dram. Siamo convinti che si tratti di un'innovazione che aprirà molte opportunità di mercato. Abbiamo già dei campioni preliminari e ne siamo entusiasti.
Chi altri, oltre a voi, crede nel Pcm?
Ci risulta che Samsung stia lavorando su questa tecnologia. Non escludo che anche altri ci stiano pensando attivamente. Noi però abbiamo il vantaggio di essere partiti già da parecchio tempo e disponiamo dei blocchi di proprietà intellettuale di base.
È vero che gli studi sul Pcm avvengono soprattutto in Italia?
Intel e ST inizialmente hanno sviluppato separatamente, in luoghi diversi, la tecnologia. Oggi, Numonyx ha scelto di concentrare l'attività ad Agrate, vicino a Milano, nel modulo R2 che in passato era di ST. Quindi è assolutamente vero: l'Italia è il polo di eccellenza mondiale per la tecnologia delle memorie non volatili del futuro. La ricerca avviene sostanzialmente qua, anche se ovviamente in California manteniamo delle “antenne” per fiutare dove tira il vento... Tra l'altro, quando passeremo allo snodo tecnologico delle geometrie da 32 nanometri trasformeremo la linea R2, aggiornandola per permettere la produzione di fette di silicio da 300 mm: la sede di Agrate ha ottime prospettive di mantenersi per parecchio tempo sotto i riflettori!
Invece la fabbrica di Catania, il Modulo 6, stenta a decollare.
Non ne prevediamo l'utilizzo immediato. Si tratta di una fabbrica che è nata soprattutto per garantire un aumento della produzione di Nor. Ma oggi la crescita è soprattutto sulle Nand. Stiamo verificando quale possa essere l'utilizzo migliore per il Modulo 6: ci sono varie opzioni sul tavolo.
Siete una società nuova, che però eredita da Intel e ST un fatturato di partenza di 3 miliardi di dollari. Quali sono le prospettive future?
Noi non vogliamo crescere ad ogni costo. La nostra priorità, piuttosto, è aumentare il fatturato garantendo comunque un profitto ragionevole: vogliamo una crescita sana e non siamo disposti a comprare quote di mercato a qualunque prezzo.
Chi sono i vostri principali concorrenti?
Il primo nome che viene in mente è Samsung: una società che ha le dimensioni sufficienti per investire praticamente senza limiti. Inoltre hanno un portafoglio di tecnologie completo, come noi: Nand, Nor, Dram, e anche loro investono sul Pcm. Adottano un modello simile al nostro, anche se le loro dimensioni di scala sono ben diverse. Sono molto ben concentrati, sono assolutamente “sul pezzo”. Sono il primo concorrente, oltre che un modello interessante da cui imparare!