La crescita di componenti contraffatti a cui abbiamo assistito nell'ultimo decennio è diventata una forte fonte di preoccupazione per chiunque operi nel settore dell'elettronica, dai produttori di componenti fino agli utenti finali. Dai primi anni novanta, il commercio di beni contraffatti è aumentato otto volte più rapidamente di quello dei prodotti originali. L'Ecia (Electronic Component Industry Association) ha stimato che fra il 5 e il 25% di tutti i componenti elettronici sul mercato sono contraffatti. L'associazione ritiene che la pratica della contraffazione costi al settore dell'elettronica fino a 100 miliardi di dollari l'anno. Molto spesso, le merci contraffatte non sono copie a buon mercato, ma componenti fallati, non idonei o non funzionali, realizzati per assomigliare a prodotti molto costosi. Se entrano nella supply chain, esiste un forte rischio che le apparecchiature che se ne servono non siano in grado di funzionare come previsto. Questa situazione desta una grande preoccupazione tra tutti i produttori. Ma per chi fabbrica sistemi industriali e sensibili, il risultato può sfociare in situazioni pericolose. Sono stati trovati interruttori automatici contraffatti in centrali nucleari, dispositivi puramente funzionali che probabilmente non si attiverebbero correttamente in caso di sovraccarico. Nel 2011, sono stati scoperti componenti contraffatti persino nei sistemi di visione notturna usati dai militari.
Tecniche di contraffazione
Esistono molti modi i cui i falsari tentano di far passare i propri prodotti come componenti funzionanti. Alcuni componenti relativamente semplici e con grandi volumi di produzione vengono copiati dai produttori e funzionano in modo simile ai rispettivi originali, anche se privi delle garanzie rilasciate dai produttori legittimi. I test funzionali hanno più difficoltà a individuare questo tipo di dispositivi contraffatti perché il comportamento è simile a quello dei componenti genuini. In questo caso occorre affidarsi ai test chimici, in quanto i produttori usano delle ricette leggermente diverse per i processi chiave nei propri stabilimenti. Un altro sistema è quello di osservare le discrepanze rispetto alle confezioni usate per i prodotti genuini. Molti falsari non tentano nemmeno di fornire dispositivi che funzionano. Sfruttano semplicemente le debolezze nella supply chain. Solitamente i produttori applicano logo e codici di identificazione, ma per un cliente potrebbe non essere chiaro se i marchi che trovano sul componente che hanno ricevuto ne denotano la genuinità o un'abile contraffazione. Una tecnica comune è quella dell'applicazione di marchi sopra altri marchi, in cui un dispositivo più economico adatto solo per sistemi da utilizzare entro un intervallo di temperatura standard viene riconfezionato come componente dichiarato capace di resistere a temperature più estreme. Questi componenti vengono poi venduti con un margine estremamente alto. I produttori di sistemi critici sono quelli che fanno le spese di questo tipo di contraffazione perché i componenti costosi progettati per sistemi e apparecchiature cruciali per la sicurezza destinati ad ambienti estremi forniscono il profitto maggiore al falsario. Un'altra tecnica usata dai falsari è quella di individuare i prodotti scartati dai test ma che non sono stati distrutti correttamente, oppure usare i prodotti recuperati dagli scarti elettronici in fase di riciclaggio. Questi componenti possono essere riconfezionati per sembrare nuovi anche se sono semplicemente "riverniciati" per rimuovere i vecchi marchi e codici dei dati e poter così stamparvi sopra i nuovi. Questi tentativi possono essere identificati tramite test chimici e spesso semplicemente strofinando la superficie del componente da cui si scrosterà il nuovo inchiostro. I marchi veri spesso sono incisi sulla superficie del package e quindi molto più difficili da rimuovere. Negli ultimi anni fra i produttori a contratto è apparsa la nuova tecnica della produzione in eccesso, ovvero fabbricare molti prodotti in più del necessario e poi tentare di vendere quelli in eccesso sul mercato grigio. Sebbene non si tratti di contraffazioni come nel caso di prodotti riverniciati o imitati, non usufruiscono della stessa assistenza o delle stesse garanzie dei componenti originali ed espongono i clienti a maggiori rischi di supply chain.
Le società che servono il settore industriale, medicale e militare sono probabilmente quelle che vengano prese di mira più spesso dai falsari perché dovendo mantenere un'assistenza a lungo termine per i propri sistemi sono più esposte all'obsolescenza dei componenti. I cicli di produzione di molti componenti, specie quelli basati su semiconduttori, sono stati drasticamente compressi. Molti dispositivi sono studiati essenzialmente per essere usati sui mercati consumer dove l'accento viene posto sulla rapidità di sviluppo. Ad esempio, i produttori di circuiti integrati tentano di sfruttare pienamente i vantaggi nella tecnologia del processo che tipicamente hanno una cadenza biennale per ridurre i prezzi e migliorare le prestazioni.
Come proteggersi dai contraffatti
I produttori di sistemi industriali, medicali e militari non possono muoversi con la rapidità di cui avrebbero bisogno perché devono ottenere le approvazioni per le riprogettazioni e spesso si impegnano con accordi di assistenza a lungo termine per i loro sistemi. La capacità di procurarsi parti di ricambio per questi prodotti si fa col tempo sempre più difficile e i cambiamenti legislativi come l'introduzione di divieti che colpiscono materiali come il piombo aumentano il rischio che nella supply chain entrino dei prodotti contraffatti. Quando i produttori hanno interrotto la produzione di alcuni componenti a base di piombo perché i volumi delle vendite non giustificavano la riprogettazione per l'uso di materiali senza piombo, sono subentrati i falsari che, semplicemente, hanno preso componenti senza piombo simili e li hanno marcati con i codici usati dai componenti a base di piombo. Anche se i componenti funzionavano perfettamente, il loro uso ha aumentato il rischio di guasti sul campo dovuti alle saldature. Non esiste una soluzione univoca per il problema della contraffazione ma i clienti possono proteggersi da tale pratica. I produttori stanno attivamente studiando misure anti-contraffazione come l'uso di marchi sulle confezioni molto difficili da copiare. Ne è un esempio la marcatura laser che incide un pattern esclusivo nella superficie del contenitore. Solo i dispositivi legittimi supereranno un'ispezione ottica tramite apparecchiature studiate per leggere i codici marcati a laser. Questi sforzi sono tuttavia a uno stadio ancora iniziale e non possono pertanto proteggere la maggior parte dei dispositivi in una distinta base. Per determinare la provenienza dei componenti è possibile usare l'analisi diretta. Ma molte di queste tecniche implicano test distruttivi e sono costose da applicare perché richiedono l'accesso ad apparecchiature come le fonti di raggi X e spettrometri di massa. Anche in quel caso è possibile ispezionare solo un campione delle merci in entrata. L'unico metodo certo al 100% di assicurare che nello stabilimento non siano entrati prodotti contraffatti sarebbe testarli tutti, ma non ne rimarrebbe nessuno per costruire i sistemi. Un'arma utile per contrastare i falsi è capire le tecniche usate dai falsari per marcare i loro prodotti. Oggi i produttori sono molto più attenti al modo in cui applicano i marchi commerciali e altri marchi di identificazione sui propri prodotti. I falsari spesso non sono attenti a queste sottigliezze e sperano che altrettanto facciano le loro vittime. Ma i database introdotti negli ultimi anni dalle organizzazioni della supply chain forniscono agli utenti informazioni vitali sui falsi a cui fare attenzione. Tuttavia, questa è una strategia che poggia sulla vigilanza costante da parte dell'utente.
La strategia più efficiente consiste nello scegliere dei partner della supply chain che si adoperano per avere accesso a componenti legittimi. Molti componenti contraffatti entrano nella supply chain attraverso il mercato grigio. Presentandoli come eccedenze delle scorte o dispositivi restituiti dagli Oem, i falsari possono "ripulire" la loro merce attraverso canali di vendita convenzionali. I distributori in franchising sottoscrivono un impegno direttamente con i produttori e possono stabilire un audit trail completo, con informazioni dettagliate sui codici di dati e altre prove a sostegno, per i componenti che forniscono. Per aiutare a contrastare l'aumento dei falsi, la Ecia ha messo assieme una serie di iniziative fra cui la creazione dell'Advocacy and Industry Promotion Council, di cui Digi-Key fa parte, per aumentare la consapevolezza dei problemi causati da componenti contraffatti. La Ecia è attiva sul fronte della consulenza sulla legislazione volta a ridurre la fornitura di componenti contraffatti e sostiene attivamente il ruolo dei distributori in franchising con servizi come ECIAauthorized.com, riconoscendo che questi partner della supply chain hanno rapporti con i produttori e dispongono delle risorse per tenere le reti al riparo da prodotti contraffatti. La contraffazione rimane un pericolo per chiunque usi componenti elettronici ma, con le giuste informazioni e l'accesso ai partner corretti, è possibile evitare di cadere nel tranello e non contribuire alla crescita di questo insidioso crimine.