RAEE: una miniera in città

RAEE Miniera
Aerial view of a modern city with intricate architecture and lush greenery, showcasing urban life in a vibrant environment.

La produzione di rifiuti elettronici è in costante crescita, ma è problematico arrivare a una percentuale accettabile di riciclo; a questo si contrappone la difficoltà nel reperimento delle materie prime. L’economia circolare tenta di trovare una soluzione di convergenza, consapevole che nei RAEE si nascondono ricche miniere

RAEE è l’acronimo di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche; sono tutti quei dispositivi che per funzionare dipendono dall’alimentazione elettrica di rete oppure dall’alimentazione con batterie, di cui ci si vuole liberare perché obsoleti o non più funzionanti. Si dividono in due categorie: domestici e professionali. Entrambi sono suddivisi in cinque categorie.

I RAEE domestici sono i rifiuti elettronici originati dai nuclei famigliari, di origine industriale e commerciale e di tipo analogo. Per lo smaltimento e il riciclo convergono nei centri di raccolta comunali e nei luoghi delegati al loro raggruppamento, gestiti in autonomia o affidati alle aziende della raccolta rifiuti, dove i cittadini possono conferirli gratuitamente.

Lo smaltimento dei RAEE professionali (computer e monitor, strumentazione, fotocopiatrici, scanner e altri strumenti di lavoro) richiede una particolare attenzione, perché l’azienda che se ne deve liberare, avendoli iscritti nei cespiti, deve dimostrare di averli smaltiti correttamente, per non incorrere in sanzioni.

Le aziende sostituiscono annualmente moltissimi dispositivi elettronici, producendo così una grande quantità di RAEE il cui smaltimento deve essere assolutamente tracciabile. Per questa ragione i RAEE professionali, a differenza di quelli domestici, non possono essere conferiti presso i centri comunali, ma devono essere consegnati a operatori specializzati che rilasciano una dichiarazione in cui confermano di aver preso in carico i dispositivi elettronici e comunicano i dati relativi all’impianto di trattamento a cui verranno conferiti.

Tabella 1 – Fonte ERION Weee, raccolta RAEE domestici suddivisa per raggruppamento
Tabella 1 – Fonte ERION Weee, raccolta RAEE domestici suddivisa per raggruppamento

La raccolta dei RAEE

La raccolta RAEE in Italia è in calo, in particolare è diminuita la raccolta di Tv e monitor. Il CDC RAEE ha precisato che nel 2023 la raccolta nazionale ha superato di poco le 348mila tonnellate, segnando una flessione del – 3,5% rispetto ai risultati del 2022.

Questo a dispetto che i Raee vengano spesso identificati come strategici per l’economia nazionale e che al momento l’Italia è ben lontana dall’obiettivo europeo che fissa il target di raccolta al 65%.

Erion Weee, il consorzio di Erion che gestisce oltre il 60% dei Raee domestici in Italia, ha raccolto nell’ultimo anno 232mila ton di Raee, da cui ha ricavato più di 120mila ton di ferro, circa 5mila ton di alluminio, oltre 5mila ton di rame e 30mila ton di plastica.

Sono indubbiamente cifre interessanti, in particolare se si considera che i valori di ferro, rame e alluminio sono cresciuti rispettivamente del 49%, del 48% e del 42% tra il 2020 e il 2023.

Sono cifre che ingolosiscono anche i circuiti di recupero illegali, che agiscono indisturbati estraendo dai Raee i materiali più facili da recuperare, ovviamente senza curarsi minimamente dell’impatto ambientale.

“Troppi Raee finiscono nelle mani sbagliate – dichiara infatti Giorgio Arienti di Erion Weee – servono politiche che assicurino una corretta gestione di questi rifiuti affinché la sistematica sottrazione sia quanto meno ostacolata. È necessario capire dove finiscono i Raee quando escono dalle case degli italiani”. E prosegue “Ci vogliono più controlli mirati, occorre incrementare le ispezioni nei porti sui container in partenza dal nostro paese e diretti verso l’Africa o l’Asia, per verificare se davvero contengono Aee ancora funzionanti oppure unicamente Raee. E ancora, bisogna andare a verificare se ci sono Raee negli impianti che gestiscono altre tipologie di rifiuti (come, ad esempio, rottami ferrosi e non ferrosi, auto, ecc.). È necessario intervenire duramente su tutte le situazioni irregolari e inasprire le sanzioni”.

Ma il disinteresse (e spesso l’incompetenza) della PA e della classe politica non riguarda solo il mondo dei grandi elettrodomestici a cui fa riferimento Giorgio Arienti, riguarda anche l’insieme dei piccoli elettrodomestici e dei piccoli dispositivi elettronici in genere.

I centri di raccolta comunali e intercomunali sono spesso “decentrati” e un cittadino deve, se vuole conferire un oggetto elettronico alla discarica, percorrere diversi chilometri e fare la coda per entrare nel centro di conferimento. Vuol dire l’impiego minimo di un’ora e il consumo di almeno un litro di carburante…  e per buttare un telefono, una radio o un caricabatterie?

Eppure, nell’insieme di questi piccoli dispositivi è racchiuso un piccolo tesoro.

La ricchezza nascosta

La netta differenza tra un minerale contenente l'oro e i circuiti stampati (PCBA) è che un ricco minerale d'oro potrebbe contenere da 5 a 8 grammi d'oro per tonnellata di minerale, variabilmente col grado di ricchezza del minerale. Una tonnellata di PCBA proveniente dai computer contiene da 80 a 200 grammi o più di oro, da 400 a 500 grammi o più di argento, oltre a 200 chili di rame, oltre a numerosi altri metalli di base (es. alluminio) e preziosi (es. palladio, platino).

Data la natura fortemente tecnologica dei dispositivi elettronici come computer e telefoni cellulari, ciò rende il riciclo dei PCBA un ottimo modo per ridurre al minimo gli sprechi e generare profitto.

Seguendo i principi utilizzati nella separazione dell'oro dal minerale di roccia nativa, sono stati sviluppati vari sistemi per separare meccanicamente i rifiuti di plastica e fibre di vetro dal prezioso contenuto metallico, talvolta senza combustione, lisciviazione o elettrolisi.

Il contenuto di oro presente nei PCB dipende ovviamente dal tipo di PCBA utilizzato in ciascun dispositivo e può arrivare a 700 g di oro per tonnellata di PCBA. È importante ribadire come il contenuto di oro trovato in questi PCBA è molto più alto dei livelli medi riscontrati nel minerale d’oro, perché è un concentrato raffinato.

Ovviamente sono tutti dati di massima e non costituiscono “il verbo”. La presenza di oro nella roccia nativa non è un valore assoluto, ci sono sedimentazioni più ricche e altre meno ed è intuitivo come la stessa considerazione valga per le schede elettroniche. Una scheda per applicazioni hi-tech avrà più componenti digitali e più layer e di conseguenza una maggiore quantità di metalli.

Tabella 2 – Dal rapporto 2023 di CDC RAEE i dati della raccolta di RAEE professionali, suddivisi per categorie
Tabella 2 – Dal rapporto 2023 di CDC RAEE i dati della raccolta di RAEE professionali, suddivisi per categorie

Gli smartphone, ad esempio, sono un concentrato tascabile di metalli preziosi e terre rare. Si stima che un tipico iPhone contenga circa 0,034 g di oro, 0,34 g di argento, 0,015 g di palladio e meno di un millesimo di grammo di platino. Contiene anche alluminio, meno pregiato, ma comunque significativo (25 g) e rame (circa 15 g).

Un contenuto di metalli risibile per singolo apparecchio, ma che acquista una grande rilevanza quando si considera il totale annuale del loro “consumo”.

Da un chilogrammo di memorie RAM si possono ottenere circa 15 grammi di oro. Questo perché il contenuto di oro nelle RAM è stimato essere circa 0,15%, il che significa che ci sono circa 15 milligrammi di oro in ogni chilogrammo di RAM.

Un altro esempio riguarda la tipica scheda SIM, che può contenere circa 8 milligrammi di oro.

Nelle schede ci sono anche elementi appartenenti alle terre rare e metalli del gruppo PGM (Platinum Group Metals) come ad esempio platino, palladio e rodio.

Se l’oro quota oltre i 70 euro al grammo, il rodio quota oltre i 135 euro al grammo…e questi valori parlano da soli!

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