L’Europa sta cercando di recuperare il terreno perso nella transizione verso la mobilità elettrica, ma il compito è arduo. Le ambizioni europee di stringere i tempi per diventare competitivi con Cina e Usa si scontrano con una realtà ben diversa: la produzione di auto elettriche e l’approvvigionamento delle materie prime sono dominati da Paesi che si muovono a doppia velocità.
Il Vecchio Continente, purtroppo, non ha ancora colmato il ritardo accumulato negli anni. Il problema principale risiede nella gestione della supply chain delle materie prime, in particolare per quanto riguarda elementi cruciali come litio, nichel e cobalto. La Cina, infatti, controlla una fetta importante di queste risorse, mentre l’Europa è costretta a inseguire.
L’opportunità del riciclo
Tuttavia, il panorama non è del tutto negativo. Se sul fronte delle materie prime l’Europa ha ancora difficoltà a trovare una via d'uscita, il riciclo delle batterie rappresenta una risorsa fondamentale. Le batterie esauste e quelle danneggiate, che non sono più idonee alla trazione delle auto elettriche, contengono ancora materiali preziosi. Il litio, il cobalto, il nichel e il manganese, che costituiscono i componenti fondamentali per le batterie moderne, possono essere recuperati attraverso processi di riciclo avanzato. Questo permette di ridurre la necessità di estrazione di nuove risorse, abbattendo i costi e riducendo l’impatto ambientale.
L’Europa ha quindi una grande opportunità per recuperare almeno una parte dei materiali necessari alla produzione di auto elettriche, riducendo la sua dipendenza dai Paesi esteri. Se la filiera del riciclo venisse sviluppata in modo efficiente, l’Europa potrebbe coprire una parte significativa del fabbisogno globale di litio, nichel, cobalto e manganese. Entro il 2030, si prevede che il riciclo delle batterie possa alimentare la produzione di 2,4 milioni di auto elettriche, e addirittura 15 milioni entro il 2040. Con un ulteriore vantaggio: la possibilità di esportare materiali riciclati, qualora i costi diventassero competitivi con quelli derivanti dall'estrazione.
Benefici economici e ambientali
Oltre ai vantaggi economici, il riciclo delle batterie porta anche significativi benefici ambientali. Se il processo di recupero fosse implementato su larga scala, si ridurrebbero le emissioni di CO2 legate all'estrazione, lavorazione e trasporto delle materie prime. Secondo le stime, il riciclo delle batterie potrebbe ridurre l’emissione di gas serra fino al 20%, considerando l’intero ciclo produttivo. Inoltre, si eviterebbe la necessità di aprire nuove miniere per l’estrazione di litio, cobalto e altri minerali strategici, riducendo l’impatto ambientale legato all’industria estrattiva.
Tuttavia, attualmente, la situazione in Europa è ancora lontana dall’ottimale. Nonostante l'esistenza di circa trenta progetti in corso in UE e Gran Bretagna, il riciclo delle batterie non va oltre il 10% del potenziale disponibile. Le difficoltà sono molteplici: la mancanza di competenze specifiche, la carenza di supporto economico e i costi energetici più elevati rispetto ai concorrenti internazionali sono ostacoli difficili da superare. Inoltre, la questione geopolitica, che riguarda la gestione dei flussi di materie prime, non facilita certo la creazione di un mercato interno autosufficiente.
Le sfide del settore
Oltre ai problemi tecnici ed economici, l’ostacolo principale è di natura politica. La cooperazione tra Paesi membri dell’Unione Europea è fondamentale per il successo di un progetto di riciclo efficiente. Tuttavia, la mancanza di un piano comune e di un’organizzazione distribuita rende difficile realizzare una filiera del riciclo davvero efficiente. Non solo: la competizione globale per le risorse e la gestione delle politiche ambientali internazionali richiedono un approccio coordinato e una forte volontà politica da parte dei governi europei.
Esempi concreti di successo
In Svizzera, il progetto Librec a Biberist ha dimostrato che il riciclo delle batterie non solo è possibile, ma è anche economico. Librec si occupa di recuperare risorse preziose da batterie esauste, trattando una vasta gamma di accumulatori. L’impianto è in grado di recuperare materiali come cobalto, litio, manganese e grafite, puntando a trattare 12.000 tonnellate di batterie all’anno, con l’obiettivo di crescere rapidamente e raggiungere 200.000 tonnellate entro il 2026. L'azienda è pronta a espandersi anche oltre i confini svizzeri, raccogliendo batterie da Polonia, Germania, Italia e Spagna.
Anche all'interno della UE si stanno facendo progressi. Mercedes-Benz ha recentemente aperto un impianto a Kuppenheim, in Germania, dedicato al riciclo delle batterie. L’obiettivo è trattare 2.500 tonnellate di materiale all’anno e recuperare fino al 96% dei componenti di una batteria. Questo permetterà di produrre circa 50.000 nuovi accumulatori per i veicoli del gruppo. L'impianto, frutto di una collaborazione con Primobius, una joint venture tra SMS Group e Neometals, si propone di ridurre i costi di produzione e migliorare l’impronta ecologica del settore automobilistico, con un minor impatto ambientale grazie al riciclo.
La strada da percorrere
Seppur i progressi siano tangibili, l’Europa deve ancora affrontare sfide notevoli. La cooperazione politica, il supporto economico e la creazione di competenze specifiche sono cruciali per realizzare un sistema di riciclo competitivo. La via del riciclo è lunga e complessa, ma le opportunità sono enormi: solo con un impegno coordinato e una strategia comune, l’Europa potrà diventare leader nella filiera del riciclo e ridurre la sua dipendenza dalle risorse esterne.