Alla posizione di leadership che da sempre mantiene nel campo delle soluzioni di Timing, Serial Switching & Interface, IDT ha recentemente aggiunto le competenze relative a sistemi e circuiti analogici ad alte prestazioni, per sviluppare soluzioni Mixed Signal che ottimizzano le applicazioni dei clienti e migliorano la fruibilità dei prodotti elettronici. Di questa strategia, delle direttrici in cui si sta muovendo l’hi-tech e delle sfide future che attendono IDT, abbiamo parlato con Pietro Polidori, che dal 2006 guida la società nell’area Emea, e che dallo scorso anno ha assunto anche la carica di Presidente della filiale giapponese.
Cosa è cambiato nelle strategie di IDT da quando nel 2008 Ted Tewksbury ha preso in mano le redini dell’azienda?
L’ingresso di Ted Tewksbury in IDT ha portato importanti cambiamenti strategici che ci hanno permesso di raggiungere oggi un posizionamento che potrei definire unico sul mercato, e che ci offre la possibilità di affrontare meglio le nuove esigenze dei nostri clienti. Con l’introduzione di un profondo e consolidato background analogico, Ted ha aggiunto un nuovo e importantantissimo elemento alle nostre competenze tipicamente digitali, spingendole verso nuove frontiere che ci hanno permesso di ampliare la nostra proposta, che da una tipologia di prodotti commodity è passata a un’offerta di soluzioni specifiche e dedicate. I risultati sono più che incoraggianti, anche se si è trattato di una sfida non facile che abbiamo vinto scegliendo la strada della differenziazione.
Comunicazioni, computing e consumer rimangono i vostri settori di riferimento?
Non abbiamo modificato in alcun modo il nostro focus finale; i nostri mercati di riferimento continuano ad essere comunicazione, computing e consumer. Quello che è cambiato è che i nostri investimenti in ricerca e sviluppo, che continuano ad essere davvero molto elevati, si sono concentrati verso un portafoglio più ampio di soluzioni, sempre però indirizzate a questi settori, che stanno vivendo una rivoluzione epocale, dominata da cloud computing, video, mobile e wireless. Sono queste le quattro leve su cui si sta muovendo la tecnologia e la nostra organizzazione rispecchia completamente le esigenze di questo mondo. Vogliamo continuare a far crescere questo nostro core business aumentando la possibilità di indirizzare più soluzioni in mercati verticali.
Ci può fare qualche esempio specifico?
Pensiamo ad esempio al cloud computing, ai data center e quindi ai server necessari per offrire questi servizi; la proposta di IDT prevede una gamma completa di soluzioni Mixed Signal per server e, oltre alle soluzioni di Timing, a Pci Express, alle interfacce di memoria, offriamo ora anche prodotti per l’integrità di segnale, sensori di temperatura, controller di memoria flash e moduli ad alta efficienza per server. Oppure pensiamo all’attuale tendenza dei dispositivi verso una sempre maggiore mobilità e alla conseguente richiesta di connettività wireless, streaming di video e contenuti multimediali, maggior durata delle batterie e interfacce più intuitive. Ancora una volta, tutto questo va nella direzione di IDT e della sua offerta di soluzioni per l’alimentazione, la temporizzazione, il trattamento dei segnali audio e le interfacce touch. Questa enorme quantità di dati necessita di un’infrastruttura wireless di quarta generazione che sfrutti il nuovo standard LTE. Tale infrastruttura richiede un network ad alte prestazioni caratterizzato da latenze minime e da bassi consumi di potenza, e questo è esattamente ciò che IDT è in grado di offrire tramite una leadership indiscussa nell’ambito dell’offerta relativa a prodotti di swtiching basati sul protocollo SRIO, oltre a tutte le soluzioni di Timing ottimizzate per le alte prestazioni richieste.
Il video è ritenuto da molti la killer application del futuro. Qual è la vostra opinione?
Sono assolutamente d’accordo con questa affermazione. La gente vuole accedere ai video ovunque e in qualsiasi momento, e vuole averli disponibili ad alta definizione o in 3D in streaming da Internet. Tutte le nuove tecnologie si stanno evolvendo attorno a questa tendenza e in IDT siamo entusiasti di vedere che il video sta diventando protagonista. La nostra missione è fornire soluzioni complete Mixed Signal per realizzare display; abbiamo a disposizione un catalogo di prodotti che comprende soluzioni di Timing per elaborazione di video, controllo di temporizzazione, DisplayPort, gestione energetica e controllo della frequenza di riproduzione delle immagini.
IDT ha introdotto un gran numero di nuovi prodotti; quali le novità in questo senso?
Credo che tra le novità più interessanti proposte al mercato da IDT ci siano quelle legate all’area del power management. Abbiamo infatti creato una nuova divisione trasversale dedicata allo sviluppo di soluzioni di potenza specifiche e differenziate per i nostri mercati di riferimento. Un esempio molto interessante in questo senso è un nuovo sistema intelligente per la gestione della potenza; si tratta di un system on chip di potenza configurabile che permette di aumentare in modo importante la durata della vita media di una batteria.
Che ruolo occupa l’Europa nelle strategie di IDT e quali sono le prospettive per il mercato italiano?
L’Europa è la geografia che a livello mondiale sta crescendo per IDT più velocemente. Il mercato europeo dei semiconduttori è cresciuto nel 2010 intorno al 27%. IDT in Europa ha invece riportato una crescita del 51%; un risultato davvero fenomenale, che è per noi un grosso motivo di vanto. Se per l’anno in corso gli analisti stimano una crescita del mercato che probabilmente si attesterà intorno al 7%, in IDT abbiamo previsto per l’Europa una crescita di almeno il 15%. L’Italia continua ad essere un mercato per noi molto importante; oggi stiamo raccogliendo i frutti delle attività di design svolte dalla distribuzione negli scorsi anni, che ci hanno portato a raddoppiare il fatturato realizzato in Italia.
La distribuzione riveste dunque un ruolo importante nelle vostre strategie commerciali?
La distribuzione è per IDT un canale fondamentale, come conferma la quota di fatturato del 68%. In passato abbiamo fatto in questo senso scelte importanti, che si sono dimostrate vincenti. Quando nel 2003 mi è stata affidata l’Europa avevamo 24 distributori e 80 persone; oggi abbiamo quattro distributori, circa 30 persone e fatturiamo tre volte tanto. Il nostro modello prevede due distributori per ogni Paese; questa scelta ci consente, in un mercato ampio e differenziato, di avere pochissimo overlapping e di non trovarci in una situazione in cui distributori che non fanno design fanno dumping sul prezzo. In Europa collaboriamo con Arrow, per IDT un partner storico, e in seguito all’acquisizione di Tundra anche con Future, soddisfatti dei risultati da loro ottenuti con i nuovi prodotti abbiamo deciso di estendere il franchise a quelli IDT.
Qual è la più importante sfida che IDT ha affrontato negli ultimi anni e quali sono invece i prossimi obiettivi?
La sfida più importante è stata quella di chiudere il ciclo relativo a tutti gli sforzi che abbiamo fatto per cambiare il nostro mix di prodotto ed entrare in applicazioni in cui non eravamo presenti, consolidando allo stesso tempo le nostre posizioni sui clienti storici e difendendo la parte core, ovvero Timing, Serial Switching & Interface. Per il futuro ci sono da affrontare altre sfide importanti, come quella legata all’introduzione sul mercato dei prodotti RF. Un’altra sfida tecnologica che ci impegnerà è quella legata al crystal replacement. Stiamo infatti indirizzando il mercato con un nuovo mix tecnologico in questo specifico settore di mercato, capace di generare una svolta epocale nel modo tradizionale di “pensare” a questa parte del sistema in qualsiasi applicazione.
E quali sono invece le sfide a livello personale?
Lo scorso anno mi è stata affidata la responsabilità del Giappone con la nomina a Presidente di IDT Nippon KK. A livello professionale si tratta di una sfida molto coinvolgente, in quanto il mix di clienti completamente differente permette di portare in Giappone le esperienze positive fatte in Europa in ambito telecom, e di portare le esperienze fatte in Giappone in ambito mobility e industriale nel nostro Continente. Questa sfida è per me ancora più importante se la si considera a livello umano; non solo perché occupa circa la metà del mio tempo, ma perché mi consente di entrare in contatto con una cultura differente e con persone speciali, in grado di porsi commitment molto forti e di rispettarli, anche dopo una crisi così pesante come quella che ha colpito il Paese.