Un supporto strategico per l’IoT

L’Internet delle Cose rappresenta la più grande singola opportunità della storia del settore dei semiconduttori, superiore anche a quella dei Pc e dei cellulari. Tuttavia non si può considerare veramente singola, dal momento che rappresenta un consolidamento di tutti i dispositivi connessi. Qualsiasi area di applicazione estesa, come è previsto che diventi l’IoT - nell’ordine di 50 miliardi di nodi entro 20 anni al massimo - rappresenta non solo un’enorme opportunità, ma anche una grande sfida. L’opportunità è evidente: 50 miliardi di nodi equivale a circa 8 dispositivi connessi per ogni abitante della terra. La sfida è meno palese, ma non per questo non richiede un piano di attacco preciso: come troviamo, valutiamo e implementiamo la soluzione giusta per la nostra applicazione?

Un mercato unico

Il mercato dell’elettronica embedded viene spesso descritto come frammentato, data la presenza di molti fornitori che offrono soluzioni simili. Non è, e non è mai stato, come quello dei Pc, in cui l’architettura del processore non è mai stata messa in discussione e non assomiglia neppure al mercato dei cellulari. Di conseguenza, la maggior parte dei fornitori di semiconduttori non è mai entrata nel mercato dei Pc e molti si sono allontanati da quello dei cellulari. Sebbene il mercato embedded sia stato responsabile della frammentazione in passato, questo non è nulla in confronto all’impatto che avrà l’Internet delle Cose. Il numero di nodi che emergerà nei prossimi dieci anni significa che la diversificazione sarà la norma: non vi sarà una sola soluzione per ogni singola applicazione. Le possibilità devono ancora essere sfruttate, ma anche all’interno delle applicazioni prevedibili ci sarà poca o nessuna uniformità oltre un certo numero di funzionalità chiave: rilevamento, elaborazione e connettività. La scala delle opportunità, abbinata alla diversità delle soluzioni possibili e alla mancanza di un singolo fornitore dominante (fatta eccezione forse per Arm), incoraggerà tutti i fornitori di semiconduttori a sviluppare una strategia mirata sull’Internet delle Cose. Nessuno escluso. Da questo nasce la grande sfida. L’unico modo in cui qualsiasi Oem/Odm può sperare di restare al passo con un mercato così ampio è quello di affidarsi a partner di distribuzione per offrire una rosa di soluzioni mirate. I distributori come Digi-Key sono in una posizione ottimale per fornire il ventaglio di fornitori necessario a rappresentare una valida rosa di soluzioni. Pertanto, i distributori seriamente interessati al tema IoT devono anch’essi sviluppare una strategia.

Strategie per l’IoT

Per un distributore tradizionale la soluzione più semplice per gestire il magazzino è di concentrarsi sui prodotti più richiesti di un fornitore. Per molti distributori ad alto volume, questo metodo ha indubbiamente senso a livello commerciale, ma quando si parla di IoT, può comportare l’imposizione di limitazioni ai clienti. D’altro canto, la distribuzione con alto livello di servizio utilizza da sempre un approccio diverso e per Digi-Key si manifesta nella volontà di rappresentare almeno l’80% dei fornitori per ogni singola tecnologia. La vastissima selezione di prodotti si adatta perfettamente alla domanda che l’IoT imporrà al mercato dell’elettronica. Questa scelta va oltre il livello dei componenti fino a includere i moduli. Esiste già una crescente tendenza a usare moduli nella produzione di volumi medio-bassi. L’IoT, che rispecchia questo profilo di produzione per ogni specifica soluzione, alimenterà questa tendenza. Uno dei tre pilastri di un nodo IoT è la connettività e, anche se questo mercato è ancora in fase emergente, è evidente che la connettività wireless sarà prevalente dato che offre una soluzione appropriata per nodi alimentati a batteria e remoti destinati a raccogliere e inoltrare dati. L’avvento delle frequenze senza licenza nel campo sub-GHz, 2,4 GHz, 5,7 GHz e bande Ism superiori ha portato a un’esplosione delle soluzioni di connettività wireless. Oggi questo è esemplificato da protocolli proprietari e da standard come ZigBee, Bluetooth e Wi-Fi. Probabilmente, l’introduzione di Bluetooth Low Energy ha dato una spinta all’implementazione e, grazie all’implementazione di chipset Bluetooth in grandi volumi, ha spianato la strada ai moduli certificati, pronti per l’uso. Negli ultimi otto anni, Digi-Key ha cercato nuovi fornitori tra i nomi emergenti nel settore wireless, sia a livello di componenti che di moduli. Solo negli ultimi 12 mesi, Digi-Key ha aggiunto o ampliato gli accordi con tredici fornitori, per soddisfare la domanda di moduli Wi-Fi e Bluetooth, SoC a chip singolo a banda ultralarga e transceiver multifunzione. Queste aggiunte ampliano il catalogo di Digi-Key a oltre cento fornitori attualmente in grado di supportare le tecnologie IoT. Oltre alla connettività Digi-Key è in grado di fornire la più vasta scelta sul mercato di Mcu basati su Arm Cortex-M. La natura stessa a bassissimo consumo del core Arm a 32 bit lo fa il prodotto ottimale per ottenere prestazioni elevate con bassi consumi e un rilevante numero di fornitori di semiconduttori ha già sviluppato Mcu progettati per l’impiego nell’IoT. Alcuni, come il dispositivo Kinetis KL03 di Freescale, sono praticamente invisibili a occhio nudo, e saranno capaci di supportare una classe di dispositivi connessi di nuova generazione, proprio ciò che gli sviluppatori di IoT cercheranno. Anche se esistono molti esempi di dispositivi connessi, l’IoT plasmerà la loro natura nebulosa, consolidando la loro funzionalità e dando forma alle aspettative dei consumatori. Solo coloro che avranno la giusta strategia IoT avranno gli strumenti per far fronte a questa crescita, ma per chi è ben preparato non ci saranno limiti.

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