Nell’immaginario collettivo spesso il problema maggiore delle automobili elettriche, prezzo a parte, è la durata delle batterie. Una riposta interessante al riguardo è proposta da Geotab, con uno studio avviato circa un anno fa analizzando i veicoli elettrici di flotte aziendali, regolarmente aggiornato con la disponibilità di nuovi dati.
Prima ancora di entrare nel merito però, l’azienda affronta un argomento molto sentito dagli utenti di automobili elettriche e anche dai detrattori: il costo per le batterie. Come per qualsiasi novità tecnologica, il costo delle batterie era inizialmente molto elevato, ma con il tempo è sceso progressivamente. Una tendenza al ribasso così significativa che, rispetto al 2010, nel caso delle batterie al litio si parla addirittura di una diminuzione dell’80%.
Durata delle batterie in miglioramento
Oltre a quanto detto, la durata media delle batterie, inizialmente stimata in cinque anni, è ormai salita a otto anni. Aspetto ancora più importante è poi quello della percorrenza complessiva delle auto a batteria: considerando per una percorrenza media di 160mila km, tale dato dimostra che le auto a trazione elettrica sono in linea, se non al di sopra, delle automobili a trazione endotermica.
Si tratta di cifre di fronte alle quali il decadimento potrebbe apparire un tema secondario, anche se è legato più allo smaltimento rispetto a una sempre più presunta e occasionale necessità di cambiare il pacco batterie di un’automobile elettrica. In misura non tanto diversa da come e da quanto possa essere necessario sostituire un motore termico per problemi imprevisti.
Prendendo come riferimento la capacità di erogare la potenza espressa in kWh, Geotab ha avuto modo di analizzare oltre seimila veicoli elettrici facenti parte di flotte (per uso privato) per un totale di 1,8 milioni di giorni di utilizzo e facenti parte di modelli di 64 marche diverse acquistati nel corso del tempo.
In generale, negli ultimi cinque anni le prestazioni delle batterie per autotrazione sono cresciute del 22%. Il tanto temuto degrado medio annuale, nello stesso periodo è sceso da un comunque limitato 2,3% a un ancora più ridotto 1,8%. Per intendersi, tempi ben più lunghi dell’usura media di tanti altri componenti automotive.
In teoria, per quanto riguarda le batterie, a oggi si possono già costruire veicoli in grado di utilizzarle per una ventina di anni. Inoltre, i modelli più recenti si spingono ancora oltre, riducendo il degrado ormai stabilmente al di sotto dell’1% annuo.
La ricarica veloce rappresenta il vero rischio
Più rilevante, semmai, è un aspetto più pratico e quotidiano, la ricarica. Per il mercato Europeo, la distinzione è tra quella definita di Livello 2, i 240 V della presa domestica, e il Livello 3 della corrente continua, quella che permette la maggiore velocità nell’operazione. Il Livello 1 è invece appannaggio degli USA, con gli impianti da 120 V.
La ricarica rapida di una batteria comporta correnti elevate che si traducono in temperature altrettanto alte; entrambi fattori questi tali da mettere sotto sforzo le batterie. Non a caso, molte case automobilistiche suggeriscono di limitare l'uso di caricatori DCFC per prolungare la durata della batteria dei veicoli, in particolare nelle zone in cui questo si combina a condizioni climatiche considerate estreme. Il livello di degrado della batteria sembra infatti essere fortemente correlato all'uso di caricatori veloci nei veicoli soggetti a climi fortemente stagionali o ad alte temperature.
La conclusione di Geotab è che, anche se non si può escludere il contributo di altri fattori in gioco, in generale per preservare la batteria la ricarica a bassa potenza dovrebbe essere preferita.